Turismo, 2023 da record: si prevedono 14 milioni di presenze nell’Isola

Il 2023 per tutta Italia e per la Sardegna sarà un anno record per il turismo. La conferma arriva dai dati diffusi dall’istituto Demoskopika: saranno oltre 442 milioni le presenze con una crescita del 12,2% rispetto al 2022. Quanto agli arrivi, se ne potrebbero registrare quasi 127 milioni.

Tutte le destinazioni regionali dovrebbero registrare un andamento positivo dei flussi turistici nel 2023. Una crescita significativa dei flussi turistici si registrerà anche in Sardegna. Secondo le previsioni diffuse da Demoskopika nell’Isola si registreranno il prossimo anno 14,2 milioni di presenze che equivalgono a un più 11,9 per cento rispetto al 2022 e con 3 milioni di arrivi, cioè un più 10,2 per cento.

La Sardegna non è però tra i nove sistemi turistici territoriali al di sopra della media italiana che sono il Trentino Alto Adige con 52,6 milioni di presenze e con 12,1 milioni di arrivi, il Veneto con 73,3 milioni di presenze e con 19,1 milioni di arrivi, le Marche con 13 milioni di presenze e con 2,7 milioni di arrivi, il Molise con 584 mila presenze e con 182 mila arrivi, la Toscana con 49,8 milioni di presenze e con 14 milioni di arrivi. E, ancora, Lazio con 33,8 milioni di presenze e con 11,5 milioni di arrivi, Sicilia con 15,9 milioni di presenze) e con 4,9 milioni di arrivi, Campania con 20,8 milioni di presenze e con 5,7 milioni di arrivi ed Emilia-Romagna con 42,8 milioni di presenze e con 11,4 milioni di arrivi.

Ma se le previsioni per il 2023 sui flussi turistici sono positivi, sono meno incoraggianti i dati relativi al turismo organizzato. Secondo uno studio condotto dall’osservatorio Assoviaggi-Cst, nel 2022 agenzie di viaggio e tour operator hanno chiuso l’anno con un fatturato di 9,3 miliardi di euro, ancora nettamente inferiore (-27%) rispetto ai 12,7 miliardi del 2019, per un totale di oltre 3,4 miliardi di euro in meno.

In media nel 2022, a livello nazionale, le agenzie di viaggio hanno fatturato 806mila euro, contro la media di 1,115 milioni di euro registrata nel 2019. A registrare i numeri migliori, sono le attività del Nord Ovest, seguite dal Nord Est e dal Centro (910mila). Decisamente sotto la media nazionale, invece, i fatturati del Sud e delle Isole.

Questo chiaramente ha portato a una contrazione dei posti di lavoro e a molte chiusure. Secondo l’analisi tra chiusure di impresa e ristrutturazioni organizzative, il numero complessivo di dipendenti passa dai 28.778 del 2019 ai 27.470 del 2022, con una perdita del -4,5%, pari a 1.308 lavoratori in meno. A registrare la peggiore emorragia di addetti è la Valle d’Aosta, che vede il numero di lavoratori del turismo organizzato quasi dimezzarsi (-44,1%). Riduzioni percentuali a due cifre anche in Sardegna che registra un meno 38,3%.

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