Tassa di sbarco, quasi tutti dicono sì: “Va preferita al balzello sul soggiorno”

Si può fare. A patto che i Comuni che già incassano la tassa di soggiorno rinuncino e siano compensati e che non ci sia dunque il rischio di un doppio balzello a carico dei turisti in arrivo nell’Isola. Sembra questa la direzione che la proposta di legge sulla tassa di sbarco sta prendendo al suo esordio nella quinta commissione, presieduta da Piero Maieli (Psd’Az). Il ciclo di audizioni per capire l’orientamento degli operatori turistici, imprenditori e amministratori è cominciato con l’assessore del Turismo, Gianni Chessa, dopo la presentazione del testo da parte del primo firmatario, Antonello Peru. La proposta di legge prevede l’istituzione di un’imposta minima (dai due ai 5 euro) da richiedere a tutti i turisti in arrivo nell’Isola con un gettito stimato di circa cinquanta milioni all’anno. “Si tratta di risorse che potrebbero essere investite per migliorare i servizi turistici e finanziare le politiche di settore – ha spiegato Peru –. Non è una tassa, ma un contributo che si chiede ai turisti per rendere più accoglienti ed efficienti le località di vacanza. È una misura completamente diversa dalla tassa di soggiorno applicata oggi da pochi comuni della Sardegna. In questo caso, i turisti pagheranno una sola volta con la certezza di vedere i loro denari destinati al miglioramento dei servizi. L’imposta di sbarco mira inoltre a disinnescare la tassa di soggiorno che oggi fa incassare soltanto 3,6 milioni di euro a pochi comuni costieri”.

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Favorevole all’istituzione dell’imposta di soggiorno l’assessore al Turismo, Gianni Chessa: “È arrivato il momento di prevedere un contributo d’ingresso come avviene in tutto il mondo – ha detto Chessa – non bisogna aver paura. I turisti sono contenti di pagare se hanno servizi efficienti. Ciò che deve preoccuparci è invece la precarietà del sistema dei trasporti“. Secondo l’assessore, l’imposta garantirebbe risorse importanti per la programmazione turistica. “Occorre però evitare equivoci – ha aggiunto Chessa –: l’imposta di sbarco non si deve sovrapporre alla tassa di soggiorno. I comuni che attualmente la applicano dovranno avere delle compensazioni”.

Stesso punto su cui ha rimarcato l’accento anche l’Anci. “Siamo favorevoli all’operazione che ribadisce un principio sacrosanto: la capacità impositiva della Regione – ha detto il presidente Emiliano Deiana – un principio che consente alla Sardegna di decidere autonomamente come reperire le risorse per garantire i servizi ai cittadini». Per il presidente di Anci non ci sono controindicazioni all’adozione della nuova imposta, “l’importante è accordarsi con i comuni costieri che attualmente applicano la tassa di soggiorno e garantire loro gli stessi introiti. La nuova legge dovrà essere concordata con tutti gli operatori del sistema turistico in modo da evitare errori di comunicazione come avvenuto in passato con l’istituzione della tassa sul lusso. La Regione ha il dovere di trovare nuove risorse che potrebbero essere investite anche a favore dei piccoli comuni”.

Un plauso all’iniziativa anche dal presidente di Unioncamere, Gavino Sini: “Siamo favorevoli a una tassa di scopo che lasci le risorse sul territorio – ha detto Sini – un’operazione che solleverebbe le imprese dal ruolo di esattore ricoperto con l’attuale tassa di soggiorno. L’importante è che non ci siano sovrapposizioni. L’imposta di sbarco deve spazzare via la tassa di soggiorno. Altra questione riguarda la destinazione delle risorse: i soldi incassati devono essere reinvestiti per il miglioramento dei servizi ai cittadini e alle imprese”. Ampia disponibilità a discutere è arrivata anche dai consiglieri di minoranza che si sono espressi a favore della imposta di sbarco chiedendo però di approfondire tutte le questioni in campo per evitare di commettere errori.

I rappresentanti di Federalberghi e di Confcommercio hanno espresso apprezzamento per la proposta di legge perché creerebbe equità tra i Comuni sardi e consentirebbe alle amministrazioni, che ancora non hanno una vocazione turistica importante, di avere risorse da investire per rendere più attrattivo il proprio territorio. Giudizio positivo, ma a patto che vi sia un unico contributo e che non sia cumulato alla tassa di soggiorno.

Le uniche perplessità sono state, invece, sollevate dalla Confesercenti, in particolare sulla modalità di riscossione del contributo, che dovrebbe variare tra i 2 e i 5 euro a passeggero. Il dubbio è che le compagnie aeree low cost possano non accettare un aumento del loro biglietto anche di pochi centesimi. Contrarietà alla proposta è stata ribadita dal consigliere della Lega, Andrea Piras, il quale ha evidenziato che il turista va accolto e non gravato di ulteriori tasse.

Disponibilità accolta con favore dal presidente della commissione, Piero Maieli: “In questa commissione si lavora con grande spirito di collaborazione. Il clima è favorevole, le audizioni servono a chiarire alcune perplessità e, se necessario, ad apportare qualche modifica migliorativa al testo di legge”.

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