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Sistema navigazione aerea senza Gps, via alla sperimentazione in Sardegna

30 Gennaio 2019 Economia, In evidenza 14
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La Sardegna è terra di sperimentazioni e ricerche aerospaziali, l’ultima riguarda uno studio specifico su un progetto che punta a migliorare i sistemi di navigazione aerea “alla cieca” e senza Gps. La ricerca si basa su un sistema multisensoriale e su rilevazioni inerziali che valutano alcuni parametri di volo, come la posizione geografica, e sfruttano nei relativi calcoli la rotazione dell’asse terrestre.

Il sistema si chiama Bat, si stima sarà operativo in circa due anni e sarà realizzato con un investimento di 8,2 milioni di euro, di cui un milione cofinanziato dalla Regione Sardegna e 2,8 milioni dal ministero dello Sviluppo economico. A tenere a battesimo il progetto, oggi all’aeroporto di Cagliari, è stato il primo ministro della Repubblica di Malta, Joseph Muscat, con il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, l’assessore della Programmazione, Raffaele Paci e la ministra della Difesa, Elisabetta Trenta.

La società maltese Wes Trade, con le italiane Gem Elettronica e Lion Consulting, il colosso europeo Airbus, insieme con il Distretto aerospaziale della Sardegna (Dass), si sono messe insieme per avviare l’attività di ricerca per perfezionare un sistema di rilevazione satellitare e navigazione aerea in grado di funzionare anche senza il segnale Gps, con sensori montati sugli aerei di cui devono stimare posizione e velocità sfruttando la rotazione dell’asse terrestre, con nuove tecniche che rendano più sicura e precisa l’attività di volo. Ma questa è solo la prima fase di quella “che può diventare una partita molto più grande e importante per l’Isola: se la ricerca andrà a buon fine e i rilevatori di nuova generazione verranno messi sul mercato, sarà proprio la Sardegna a ospitare l’azienda produttrice, con tutto quello che significa in termini di ricadute economiche e nuovi posti di lavoro”, sottolinea il presidente del Dass, Giacomo Cao.

“Abbiamo dimostrato di avere risorse umane e competenze adeguate per affrontare una sfida di così alto livello: la decisione del ministero di finanziare questo progetto proprio in Sardegna e la presenza oggi del primo ministro di Malta, lo confermano”, dice l’assessore Paci. “Accettiamo la sfida con grande entusiasmo, e ne siamo profondamente orgogliosi: è un accordo importante, che punta su un progetto di ricerca, sviluppo e innovazione di rilevanza strategica per la competitività del nostro sistema produttivo, che dà un ruolo di primo piano ai nostri centri e alle strutture di ricerca. E il fatto che il premier Muscat abbia voluto essere qui presente, conferma lo spessore di un progetto che apre prospettive di altissimo livello”.

Come funziona. Il sistema consente di riconoscere la posizione di un oggetto in qualunque punto e in ogni momento sfruttando l’asse di rotazione della Terra, al contrario del notissimo Gps, che opera solo se è garantita la copertura da parte del satellite. Il sistema inerziale ha anche un’altra caratteristica: indica la posizione dell’oggetto cercato con precisione millimetrica. Ha una grande utilità e viene già utilizzato sulle navi e per applicazioni terrestri. In ambito aeronautico, molti costruttori di sistemi di navigazione sono continuamente alla ricerca di sistemi alternativi per sopperire alla mancanza temporanea del segnale radio proveniente dai satelliti o a causa della orografia del terreno particolarmente limitante (barriere naturali, montagne, palazzi alti).

“Tutti ostacoli che saranno superati se la ricerca che si farà in Sardegna andrà a buon fine”, sottolineano dal Dass. Il progetto, che prevede l’impiego di risorse altamente qualificate del settore aerospaziale sardo, si articola in 7 fasi: progettazione del sistema integrato complesso; realizzazione meccanica del sistema integrato; programmazione del software di controllo; realizzazione di una infrastruttura di test presso l’aeroporto scelto; esecuzione delle prove e sperimentazione attraverso test; registrazione e analisi dei risultati; sintesi dei risultati e contributo all’innovazione ottenuto. Garantirà infrastrutture – che rimarranno in eredità alla Regione per successive attività di test e sperimentazione -, occupazione e nuova tecnologia, soprattutto nella fase di industrializzazione del prodotto.

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