Sindacati in trincea per difendere il lavoro alla raffineria della Saras di Sarroch. Il riferimento – scrivono in una nota congiunta Cgil, Cisl e Uil – è alle notizie sul ‘caso petrolio Isis’. “La sola nostra certezza – affermano – riguarda la grave crisi che stiamo attraversando, dovuta alla pandemia Covid-19 che, come a tutti noto, interessa tutti gli Stati, coinvolge la società mondiale e sta mettendo in enorme difficoltà, oltre ad altri settori, in modo particolare il settore dell’industria petrolifera”. Netta la presa di posizione: “Saremo sempre al fianco del lavoro, delle lavoratrici e dei lavoratori, consapevoli del valore dell’area industriale di Sarroch che necessariamente e con convinzione cerchiamo di difendere anche da attacchi esterni che mirano a destabilizzare un sistema virtuoso che garantisce un caposaldo di quel poco che è rimasto del sistema industriale in Sardegna”.
“Lo facciamo perché – spiegano – consapevoli che il valore presente in questa area industriale, figlio di un’avventura che dura da 55 anni grazie, in particolare, alla tenacia e alla costanza della famiglia Moratti. Valore che, nell’area industriale, consente la distribuzione di oltre 4.000 retribuzioni garantendo dignità ad altrettante famiglie. Con questo presupposto – concludono – siamo impegnati da anni, con le istituzioni e gli imprenditori, nella ricerca di soluzioni che consentano di trasformare questa raffineria in un laboratorio utile ad affrontare la sfida in merito alla fase di transizione energetica”.
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