Reddito di cittadinanza, ritardi e caos. Aspal: “Mancano liste dei beneficiari”

Ritardi, difficoltà di attuazione, rinunce e aspiranti navigator in attesa di concorso: il reddito di cittadinanza continua a far discutere e le Regioni premono per poter dare risposte ai beneficiari in attesa di cominciare il percorso delle politiche attive, quello che li dovrebbe accompagnare nella ricerca di un lavoro. La ‘seconda gamba’ della misura decisa dal Governo, infatti, è ancora in alto mare, i tempi continuano ad allungarsi e per ora resta esclusivamente un sussidio alla povertà. A confermarlo è il direttore generale dell’Aspal (Agenzia sarda per le politiche attive del Lavoro), Massimo Temussi: “La misura sta barcollando, ci sono elementi di criticità forti che derivano da un lato dalla difficoltà ad accogliere tutta la platea dei richiedenti, e dall’altro dall’assenza delle misure attuative della seconda fase”, spiega a Sardinia Post. “Nei giorni scorsi c’è stata una riunione a Roma e abbiamo avuto la certezza che il giorno zero per l’avvio delle misure di politiche attive è stato spostato al 24 giugno”.

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Massimo Temussi

Entro il 24 giugno l’Anpal (Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro) dovrebbe infatti comunicare alle Regioni l’elenco dei primi beneficiari che dovranno sottoscrivere i patti per il lavoro. Dopodiché i Centri per l’impiego potranno cominciare con le convocazioni individuali. La scadenza dei 30 giorni dall’erogazione del sussidio, come prevede la norma, slitta quindi in avanti. Ma in tutta Italia solo i primi 120.226 percettori su 488.337 richieste approvate nella prima tranche saranno avviati al lavoro. Vale a dire, solo uno su quattro. Dalla platea sono esclusi quelli che non hanno una scheda anagrafica professionale attiva, i cui nominativi saranno trasferiti solo in un secondo momento. “Non abbiamo ancora gli elenchi, che sono ancora in carico all’Inps – conferma Temussi – un mese non basterà, ce ne vorranno tre o quattro per smaltire la coda dei beneficiari, contattarli e programmare le attività, ciò incrementerà il carico di lavoro dei dipendenti. Noi ci stiamo attrezzando per questo ma non sarà certo possibile fare mille colloqui al giorno”.

Non solo. A oggi non è prevista alcuna procedura per consentire a chi beneficia del reddito di uscirne, perché magari ha trovato un lavoro: “Per la Sardegna è un grande problema: siamo nel periodo in cui gli operatori turistici stanno completando l’assunzione di personale per la stagione – chiarisce Temussi -: se un disoccupato oggi trovasse un posto ed è inserito tra i beneficiari del reddito di cittadinanza, non potrebbe accettarlo, pena sanzioni pecuniarie e in alcuni casi anche la denuncia”. Questo perché non c’è una procedura codificata che lo preveda. Il rischio è che chi è percettore di reddito, con cifre più cospicue e vicine al massimo consentito dei 780 euro, potrebbe scegliere di non accettare un posto di lavoro, magari stagionale, pur di non perdere il sussidio. “Il ministero e l’Anpal ci hanno promesso interventi su questo, speriamo arrivino presto”, continua Temussi. Gli operatori poi devono fare i conti con le aspettative deluse per le cifre troppo basse: “Rispetto alle misure precedenti come Rei e Reis (reddito di inclusione sociale), il reddito di cittadinanza è molto inferiore alle aspettative, questo sta creando grandi difficoltà, ci sono richieste di disdetta e in molti ci chiedono di tornare alle ‘vecchie’ misure”, conclude il direttore dell’Agenzia.

Marzia Piga

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