Si è tenuta oggi, alla presenza delle sigle sindacali Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, l’assemblea dei lavoratori diretti della Portovesme Srl per discutere le recenti novità che interessano il sito industriale e il destino occupazionale dei dipendenti.
Durante l’incontro è stato espresso apprezzamento per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale dell’industria chimica, che garantirà un incremento complessivo di 294 euro nel triennio 2025-2028. Un risultato reso possibile anche dalla qualità del dialogo tra le parti, che ha permesso di anticipare il rinnovo rispetto alla scadenza naturale, con un adeguamento salariale in linea con l’inflazione attesa.
Sul fronte della crisi aziendale, è stato firmato lunedì 14 aprile il rinnovo della Cassa integrazione guadagni straordinaria (Cigs): se inizialmente si parlava di una proroga fino a dicembre 2025, l’accordo ha invece esteso la misura fino ad aprile 2026, per un totale di 12 mesi, grazie all’inserimento del sito tra le aree di crisi complessa.
Resta invece ancora in sospeso la questione del possibile rilancio produttivo dello stabilimento: nessun nuovo investitore si è ancora concretamente fatto avanti, nonostante le dichiarazioni del Governo e la visita, lo scorso dicembre, dei ministri Urso e Calderone e della presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde.
Una nota positiva arriva dal riconoscimento, da parte del Comitato europeo per le materie prime critiche, del progetto “Portovesme Critical Raw Material Hub” come uno dei quattro progetti strategici italiani nell’ambito del nuovo regolamento europeo. Il piano prevede il recupero di litio per batterie, ma anche di nichel, manganese e cobalto, e rappresenta una delle prospettive industriali più concrete per il futuro del sito.
I lavoratori ribadiscono che nessuna possibilità realmente sostenibile vada esclusa, ma che ogni proposta debba essere valutata con la massima attenzione alla solidità economica e all’esperienza del potenziale investitore, specie in un settore energivoro come quello della produzione di zinco.
A tale proposito, viene ritenuto positivo il progetto di Glencore per il recupero del litio, seppur ancora in fase di studio e con ricadute attese non prima del 2027. Tuttavia, l’assemblea sottolinea come la sostenibilità ambientale debba restare una precondizione fondamentale, senza sconti o scorciatoie sui tempi e i processi autorizzativi stabiliti dalla normativa italiana ed europea.
Forte anche il richiamo al Governo, accusato di ambiguità per aver sostenuto contemporaneamente l’arrivo di un nuovo soggetto industriale e il progetto Glencore, senza però chiarire che entrambi dipendono dallo stesso impianto di lisciviazione presente nello stabilimento.