Morti sul lavoro, in Sardegna numeri raddoppiati in un anno: 15 vittime da gennaio

Da gennaio a luglio di quest’anno la Sardegna, insieme a Toscana e Veneto, è la regione che ha registrato i maggiori incrementi di incidenti mortali, sette in più rispetto allo stesso periodo del 2021 (in controtendenza con il dato nazionale che segna un decremento). È questo il primo macrodato che arriva dall’Inail, l’Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro.

Dai segretari di Cgil, Cisl e Uil arriva corale l’indignazione. “I dati sono impressionanti, impongono una attenzione particolare e l’avvio immediato di una nuova fase”, sottolineano Samuele Piddiu, Gavino Carta e Francesca Ticca. “Sono più che mai urgenti investimenti e politiche strutturali, insieme a una serie di azioni indispensabili a diffondere la cultura della sicurezza, nonché maggiori risorse e un significativo incremento degli organici degli enti pubblici titolari della prevenzione e dei controlli”.

Ad agosto l’ultima morte bianca nell’Isola, un operaio di una ditta esterna della raffineria Saras di Sarroch, Stefano Nonnis. Con lui sono salite a 15 le vittime da gennaio. Per quanto riguarda gli infortuni invece, a livello nazionale si registra un +41,1% con 441.451 casi denunciati al 31 luglio, percentuale che aumenta nelle Isole, dove si registra un +54,3 per cento. In crescita ovunque anche le malattie professionali: 36mila con 163 denunce (+6,8%).

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