Ferragosto, alberghi finalmente pieni. “Ma non basta per superare la crisi”

Ferragosto come se non ci fosse mai stato il Covid-19. L’appuntamento di mezza estate porta bene alla Sardegna, che a livello nazionale finisce sul podio come terza meta più ambita per le ferie tra coloro che quest’anno, malgrado la pandemia, hanno prenotato una vacanza. In questi giorni posti last minute non se ne trovano: negli alberghi è pienone.

All’Ansa lo conferma Paolo Manca, presidente di Federalberghi Sardegna. “Ferragosto sta andando decisamente bene – dice -, da lacuni giorni si comincia a lavorare meglio. Non si può parlare di tutto esaurito, ma ci siamo quasi”. Il problema è che il boom è una specie di isola in mezzo a numeri disastrosi per la stagione turistica sarda: il bilancio precedente al 10 agosto fa precipitare la media. E all’orizzonte non si intravede granché. “A luglio – continua Manca- il movimento si è fermato intorno a meno 75 per cento rispetto all’anno precedente. Ma anche la prima settimana di agosto non si è discostata molto da quelle percentuali. Gli alberghi hanno cominciato a lavorare a buon ritmo dal 10 di questo mese”.

Tra l’altro con seri problemi organizzativi. “Improvvisamente, quasi da un giorno all’altro – commenta il presidente degli albergatori – le strutture sono state costrette a correre per ridare ai clienti i servizi dell’anno scorso con immissione di nuovo personale e questo ha comportato seri problemi organizzativi”. Dopo Ferragosto però la curva delle presenze è destinata nuovamente a scendere. “Per quanto riguarda le prenotazioni ci sono timidi segnali per le ultime due settimane di agosto e per i primi giorni di settembre. Poi più nulla”.

Insomma, per i vacanzieri l’estate in Sardegna chiuderà i battenti come al solito: non ci sarà, almeno stando ai dati attuali, il tanto atteso allungamento della stagione sino a ottobre che in una parola viene definita  destagionalizzazione. Anche perché a settembre riprenderá il normale tran tran di scuola e lavoro in tutta Italia. “Per cambiare le cose – spiega Manca – ci sarebbe voluta una maggiore organizzazione a monte”. E il bilancio sarà amaro: “Chiuderemo – spiega – con un movimento pari a un terzo dell’anno scorso”. Gli ultimi casi di coronavirus in Sardegna non hanno provocato scossoni nelle prenotazioni. “C’è molta attenzione – conclude Manca – per quello che sta succedendo. Ma non ci sono state disdette”.

I dati sardi collimano alla perfezione col trend nazionale: pure per Assoturismo quella di Ferragosto resta la settimana migliore dell’estate, sebbene insufficiente per recuperare il disastro di giugno e luglio soprattutto. In tutta Italia, gli alberghi sommano trenta milioni di pernottamenti, comunque in calo del 10,8 per cento rispetto al 2019. Ma si tratta di una perdita contenuta se paragonata al resto della stagione. A modificarsi è anche e soprattutto la spesa: il budget medio per persona scende infatti del 27 per cento. A drenare presenze da alberghi e b&B ci sono anche 20 milioni di pernottamenti in abitazioni private, considerate più sicure in tempo di pandemia: per le seconde case quest0 2020 è un vero e proprio ritorno in grande stile alle ferie con amici e parenti, una condizione determinata sia dalla prudenza che dalle ridotte disponibilità economiche.

Stando ai numeri di Federturismo Confindustria, a giugno c’è stato un calo dell’80 per cento, a luglio del 50. La vacanza, anche a Ferragosto, sembra comunque sotto il segno del ‘mordi e fuggi’, con le città d’arte che hanno subito una pesante flessione soprattutto per l’assenza dei turisti stranieri. Hanno tenuto invece la montagna e anche le località dei laghi. Per un italiano su 4 sarà un Ferragosto di prossimità da trascorrere nella propria regione.

[Nella foto Cala Gonone]

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