Fase 2, polemiche e mercato turistico: dalla Lombardia nel 2019 flussi record

Il meccanismo è stato azionato, le porte del web si sono spalancate di nuovo e non riescono a contenere l’ondata di botta e risposta. Le ‘scaramucce’ verbali tra il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, e il presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, sono diventate ‘trend topic’ sul web e hanno aizzato i commentatori più sfegatati.  La ‘cacciata dei lombardi’ in risposta a ‘il turismo lo hanno inventato i milanesi’ è solo una delle conseguenze di una comunicazione sconnessa e poco efficace da parte delle istituzioni regionali, che da tempo stanno lanciando al mercato, non solo quello turistico, una serie di messaggi scoordinati e contraddittori.

Dal passaporto sanitario alle modalità di arrivo nell’Isola, fino alla data di partenza di una stagione turistica che è stata già in parte compromessa: l’assenza di una strategia vincente per far ripartire il mercato delle vacanze ed evitare che i turisti abbandonino la Sardegna, e la mancanza di una comunicazione chiara, basata su fatti e numeri, rischia di incidere sul Pil sardo più di quanto non stia facendo il virus.

Se in questa stagione, come sottolineato più volte dal presidente Solinas, il mondo turistico sardo si dovrà affidare principalmente al mercato nazionale, perché ignorare il flusso in arrivo proprio dalla Lombardia, primo mercato di riferimento nazionale per l’Isola? Secondo i dati dell’Osservatorio regionale del Turismo, elaborati e diffusi dall‘osservatorio socio economico Sseo, i turisti lombardi in Sardegna lo scorso anno sono aumentati del 5,7 per cento facendo registrare quasi 2 milioni di presenze nelle strutture ricettive sarde. Dopo la Germania, la Lombardia rappresenta la seconda area generatrice di flussi turistici verso la Sardegna, la prima tra le regioni italiane.

Da record anche il numero delle notti trascorse in media da ciascun turista lombardo con un valore nel rapporto tra notti per presenza che supera le 6,2 giornate (i tedeschi si fermano a 4,9, i francesi a 4,2). I dati sono riferiti alle presenze registrate nelle strutture ricettive e non considerano le residenze di proprietà o il sommerso degli affitti.

L’82 per cento dei turisti lombardi pernottano nei tre mesi estivi (giugno, luglio e agosto), facendo registrare il terzo valore più alto tra le differenti popolazioni ospitate in Sardegna per provenienza (i norvegesi fanno registrare una concentrazione nei tre mesi considerati pari al 92% del totale e i Campani si fermano all’83%). “Il picco nel 2019 è stato toccato ad agosto quando si sono registrate ben 768 mila notti trascorse da cittadini lombardi in Sardegna (il 40% del totale) dato inferiore solamente a quello fatto registrare dai campani (55%) in termini percentuali”, si legge nell’analisi degli esperti di Sseo.

A sorpresa la distribuzione territoriale dei turisti lombardi, che alla Costa Smeralda e alla Gallura in generale preferiscono il sud dell’Isola: la metà preferita è Muravera dove i lombardi hanno speso ben 155 mila notti (a cui si aggiungono le 128 mila trascorse a Villasimius). “La costa nord Orientale mantiene tuttavia un notevole appeal con Orosei che fa registrare 145 mila notti collocandosi al secondo posto e San Teodoro a 114 mila. Arzachena segue al 5o posto tra le mete preferite dai lombardi con poco più di 102 mila pernottamenti. In 9 località marino balneari si concentrano il 50 per cento dei pernottamenti complessivi dei lombardi”.

Tutte queste cifre si traducono poi in risorse per la Sardegna. Da una stima di Federalberghi Sardegna le presenze dei turisti lombardi incidono sul fatturato alberghiero (circa un miliardo) per circa 150 milioni (sui dati della scorsa stagione), che diventano 420 milioni se si considera tutto il settore turistico diretto (circa tre miliardi) e circa 700 milioni se si allarga la visuale a tutto l’indotto generato dall’economia turistica in Sardegna. (mar.pi.)

 

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