Paolo Maninchedda elogia Francesco Pigliaru mettendo i puntini sulle ì sulle politiche energetiche in Sardegna, soprattutto ora che la guerra della Russia contro l’Ucraiana ha fatto schizzare il tema in cima all’agenda dei partiti. E la nostra Isola ne è direttamente coinvolta dal momento che l’uscita dal carbone, inizialmente prevista per il 2025 e poi slittata al 2028, è nuovamente rinviata. Le centrali di Portovesme e Fiume Santo, è il contro-ordine del Governo di Mario Draghi, non si fermeranno.
“Ieri – ha raccontato Maninchedda nel suo blog Sardegna e Libertà – si è svolto un convegno a Cagliari; invitati istituzionali, la sottosegretaria Alessandra Todde e il presidente Christian Solinas. Relatori: un docente della Luiss, Renato Soru e Chicco Testa. Mancava qualcuno, e non uno qualunque. Mancava Pigliaru che è stato l’unico a proporre un Piano Energetico diverso dai precedenti, cui io avevo contributo con grande convinzione”.
Maninchedda, che nella Giunta Pigliaru è stato assessore ai Lavori pubblici sino all’addio a maggio 2017 perché insoddisfatto dell’azione politica dell’allora governatore (qui la lettera “Sono stanco e mi sento solo“), scrive: “Quel PianoeEnergetico era esattamente agli opposti delle decisioni assunte dal governo Conte sull’elettrodotto e sul rapporto in Sardegna tra energia e sostenibilità. Mi spiego. L’idea del Piano energetico Pigliaru era semplice: rendere il più possibile autonome dal mercato elettrico le abitazioni e gli edifici pubblici, favorendo gli impianti fotovoltaici sui tetti e sugli edifici pubblici collegati in rete. Si pensava alle isole energetiche, cioè a reti intelligenti che bilanciassero consumi e accumuli di piccole porzioni di produttori e consumatori”.
L’ex assessore ricorda ancora le azioni dei propri uffici: “Con grandissima convinzione mi sono adoperato con l’idroelettrico, la grande risorsa rinnovabile della Sardegna. La Giunta Pigliaru ha portato l’Enel di fronte al tribunale delle acque per riprendersi dighe e centrali non costruite dall’Enel, ma dallo Stato, cioè da noi. In particolare, l’obiettivo era la centrale sul Taloro (siamo riusciti a riprenderci le centrali sul Tirso, sulle altre, invece, annaspiamo), vera gallina dalle uova d’oro per l’Enel su cui ora il pluto energetico immagina di raddoppiare la produzione senza alcun vantaggio per i Sardi se non i quattro spiccioli che l’Enel è contenta di versare ai paesi del Bin Taloro. Questa ricchezza nazionale sarda, invece che essere messa a protezione ed equilibrio della rete sarda, è stata collocata a protezione del sistema siciliano, hub di ingresso e produzione del celebre elettrodotto tirrenico”.
Ancora dal blog di Maninchedda: “La scelta del governo Conte, presa in totale solitudine, cioè dialogando solo con l’Enel, che è peggio del demonio per i sardi (ma questo la Todde non lo sa né riesce a capirlo), è stata appropriarsi delle rinnovabili sarde (cioè dell’idroelettrico) per proteggere il sistema ordinario siculo. Ovviamente Solinas di questa storia non ha capito una cipolla, ma la Todde non può venire qui a esibire allori; dovrebbe fare ammenda e revocare gli atti inconsulti cui ha concorso”.
Quindi la riflessione su Testa che “per non farci mancare nulla e da grande snob qual è, l’altro giorno ha rilasciato un’intervista in perfetto stile Enel, nella quale ha detto ai sardi che hanno bisogno di un’altra centrale elettrica a carbone. Si può mandare a quel paese anche lui? Mandato”.
Maninchedda sposta poi lo sguardo sul centrosinistra che “dovrebbe portare subito in Aula una legge con cui elargisce contributi a fondo perduto a tutte le famiglie e gli enti pubblici sardi per l’installazione di pannelli fotovoltaici e la realizzazione di reti intelligenti. Questo sarebbe un vero contributo in bolletta. Si garantiscano contributi per l’80 per cento della spesa, si prema sul Governo italiano perché induca Enel a cedere le centrali idroelettriche, si trasformi Enas in un’agenzia energetica, si usino le dighe e non i campi per l’energia. Spero vivamente in qualche consigliere regionale sveglio. Passiamo dal più pilu per tutti della Destra a più pannelli per tutti della Sinistra”.
[Foto da Sardegna.admaioramedia]