Dorsale metano, ultimo sì da Regione: 43 Comuni per 237 chilometri di rete

Il governo non ha mai nascosto di nutrire delle perplessità, eppure prosegue spedito l’iter verso il via libera definitivo al progetto di dorsale del metano in Sardegna firmato da Enura, la joint venture di Snam e Sgi (Società gasdotti Italia). Circa un mese fa il ministero dell’Ambiente aveva rilasciato il suo parere positivo al tratto sud dell’infrastruttura. Ora a metà dicembre, in occasione della riunione della commissione tecnica di valutazione di impatto ambientale, potrebbe arrivare il sì anche al tratto nord. L’assessorato regionale dell’Ambiente ha appena fatto la sua parte trasmettendo a Roma le osservazioni di cui terrà conto il ministero. Si tratta dell’ultimo atto di competenza della Regione Sardegna sul progetto di Snam. Ventidue pagine di istruttoria che riguardano 237 chilometri di dorsale divisi in tre lotti: Palmas-Arborea-Macomer (50,1 chilometri), Macomer-Porto Torres (78,6), Macomer-Olbia (108,3). Del tratto nord fanno parte anche otto linee secondarie della lunghezza di 112 chilometri: la derivazione per Alghero (18,4 chilometri), stacco ad Ittiri di 300 metri, derivazione per Nuoro (54,2), stacco per Pozzomaggiore di 1,1 chilometri, l’allacciamento per Sassari città di 6,2 chilometri, allacciamento per Siamanna di 5,3, l’allacciamento per Suni di 15,5, e per Tiesi di 10,5.

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L’opera interessa i territori di tre province, Sassari, Nuoro, Oristano, e 43 comuni in totale. Complessivamente tra dorsale principale e laterali, sono interessati 21mila metri quadrati di superficie. In generale le opere saranno posate sotto terra, a una profondità che varia da 1,5 a 1,80 metri, mentre il diametro del tubo principale sarà di 60-65 centimetri. Nell’istruttoria dell’assessorato guidato da Gianni Lampis si tiene conto delle diverse aree di pregio attraversate dalla dorsale: aree sic, zone archeologiche e aree boschive. Per ognuna la Regione fissa delle prescrizioni che Snam dovrà rispettare. Per ogni cantiere è previsto un programma specifico per mitigare l’impatto sull’habitat naturale. Una volta ottenuto il via libera del ministero dell’Ambiente, e il parere del ministero dei Beni culturali sul tratto sud (su quello nord si è già espresso), sarà convocata la conferenza sei servizi finale per l’autorizzazione unificata definitiva. “Sin dal primo giorno di legislatura – spiega l’assessore Lampis – il presidente Solinas e la Giunta hanno dato assoluta priorità a un investimento come questo, che di fatto consente una moltiplicazione di investimenti”. “Abbiamo una grande responsabilità – sottolinea – perché tutta la politica regionale ma anche il mondo produttivo e sindacale, condividono questo obiettivo. Non è una responsabilità di parte, ma quella di una Regione che prova a rialzare la testa”.

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