Dieci piccoli gesti per risparmiare in bolletta, ecco il decalogo dell’agenzia Enea

Enea, l’Agenzia nazionale che si occupa di energia, ambiente e nuove tecnologie, ha diffuso un vademecum di 20 regole per risparmiare corrente, specie adesso che tutta l’Europa deve fare i conti con i tagli del gas russo e il costo dell’elettricità aumentato per via della crescita della domanda. L’Ente pubblico ha incluso nelle indicazioni una serie di interventi strutturali negli edifici, come la nuova coibentazione dei tetti e il cambio delle finestre. Ma partiamo dai dieci piccoli gesti che se compiuti regolarmente nel quotidiano possono aiutare tantissimo a ridurre i consumi senza investire risorse.

La prima regola di Enea è la sostituzione delle lampadine. Dall’agenzia consigliano “di utilizzare la tecnologia Led che, a parità di potenza assorbita, produce una luce cinque volte superiore rispetto alle classiche lampadine a incandescenza o a quelle alogene. Inoltre la vita di un led è di circa 15.000 ore contro le 7.500 delle fluorescenti e le 750 delle alogene”. Le Led consumano meno perché hanno meno dispersione: basti pensare che le lampadine a incandescenza trasformano il luce solo il 10 per cento dell’energia consumata.

Da Enea ricordano che hanno un costo pure gli stand-by, ovvero le lucine di tv o di un impianto stereo che restano accese. “Per ciascun apparecchio assorbe una potenza oraria che va da 1 a 4 watt”. In un giorno significa un consumo compreso tra i 24 e i 96. Il dato moltiplicato per un anno intero, significa un consumo inutile che oscilla tra gli 8.760 e i 35.040 watt. La soluzione suggerita da Enea è “riunire tutte le spine degli apparecchi elettronici in una ciabatta multi-presa con un interruttore annesso, in modo da poter spegnere tutto con un unico gesto”.

Sempre con il solo cambio dei gesti quotidiani, ecco il dovere di consumare meno acqua calda accorciando i tempi di una doccia, “da preferire sempre al bagno che comporta un impiego di 120-160 litri contro i 75-90 di una doccia di cinque minuti“, spiegano ancora dall’Agenzia. Ma se ci si lava per tre minuti il consumo di acqua calda può essere contenuto tra i “35 e i 50 litri“. Per Enea questo è possibile “se si chiude il rubinetto quando ci si insapona o quando si fanno trattamenti come il balsamo o le maschere per tipo capelli”. Consigliata inoltre l’installazione di “frangigetto o riduttori di flusso su rubinetti e doccette”.

Un altro piccolo gesto che aiutare a consumare meno energia è “schermare le finestre durante la notte“. Questo riduce la dispersione di calore verso l’esterno nei mesi invernali. Lo stesso ragionamento si può fare in estate: nelle ore in cui le temperature sono più elevate si possono abbassare le tapparelle o chiudere le persiane per evitare che il calore entri in casa obbligando a tenere accesi gli impianti di condizionamento per molte ore”.

Per chi non possiede un frigorifero no frost, che si chiama così perché al suo interno non si forma la brina, il consiglio di Enea “è sbrinare abitualmente l’apparecchio” perché in questo modo “ha una efficienza energetica maggiore”. Lo stesso vale per i frezeer. Congelatori e frigoriferi, inoltre, vanno “posizionati lontano dal forno perché la vicinanza comporta un dispendio maggiore di energia stimato nel 10 per cento del consumo totale”.

Un’altra regola preziosa è quella di non mettere gli stendibiancheria davanti ai termosifoni o alle stufe perché questo fa sì asciugare più rapidamente i capi d’abbigliamento lavati, ma ostacola la diffusione del calore in casa. Lo stesso vale per le tende.

Ancora: l’ente pubblico consiglia di “monitorare la temperatura degli ambienti“, perché “laddove la normativa contempli il raggiungimento dei 22 gradi”, anche 19 “sono sufficienti per garantire il confort necessario”.

Di fondamentale importanza è anche “evitare di tenere acceso a oltranza l’impianto termico: se un’abitazione è efficiente, il calore che le strutture accumulano quando l’impianto è in funzione garantisce un sufficiente grado di confort anche nel periodo di spegnimento”. In Sardegna ci sono tre fasce: le zone di montagna rientrano nella D, il che vuol dire accensione degli impianti il 1° novembre e spegnimento il 15 aprile sino a un massimo di 15 ore al giorno. L’Isola costiera è invece nella fascia C con gli impianti attivi dal 15 novembre e sino al 31 marzo sino a un massimo di 10 ore al giorno. Ci sono poi le isole come La Maddalena inserite nel gruppo B: i riscaldamenti possono essere accesi solo dal 1° dicembre al 15 marzo sino a un massimo di 8 ore.

E poi il grande classico delle luci tenute accese inutilmente, sempre tra le buone azioni che riguardano le abitudini individuali: anche in questo caso l’Agenzia consiglia di “lasciare al buio le stanze non utilizzate”. Ma questo non è solo un problema delle case private, ma una delle condizioni di spreco costante negli uffici pubblici, dove la notte si vedono decine di luci accese malgrado sia tutto chiuso.

Di fondamentale importanza pure la manutenzioni agli impianti di riscaldamento, e si tratta di una azione ha a che fare anche con la sicurezza e con l’attenzione all’ambiente, non solo con il risparmio: regolarmente bisogna controllare i filtri dei condizionatori o l’emissione dei fumi in caldaie e stufe.

L’elenco dei 20 consigli di Enea si completa con gli interventi onerosi nelle case, ma qui già si entra in un altro versante che non riguarda le buone abitudini ma la disponibilità economica per fare opere di ristrutttuazione negli immobili. L’Agenzia suggerisce di: migliorare la coibentazione delle abitazioni; isolare tetto e soffitto; utilizzare serramenti a doppi vetri; preferire apparecchi elettronici di classe energetica superiore; sistemare impianti di generazione di energia rinnovabile; dotare il proprio impianto di una centralina di regolazione della temperatura; utilizzare valvole termostatiche; fare ricorso a un sistema di contabilizzazione del calore; sostituire la caldaia esistente con una caldaia a condensazione; fare il check-up dell’immobile, ovvero una diagnosi energetica per misurare la dispersione di calore.

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