Col gas che schizza a 339 euro a megawattora, con punte di 341 euro, tutti i Governi europei che dipendono dalla Russia stanno studiando dei piani energetici per contenere i consumi e quindi la spesa.
Al lavoro c’è anche l’Esecutivo di Mario Draghi. Un sacrificio degli italiani sarà inevitabile. Una delle ipotesi è modificare la data di accensione e spegnimento degli impianti di riscaldamento. Almeno nei condomini, ciò avviene secondo regole fissate a livello nazionale. Attualmente in Italia ci sono sei zone climatiche, dalla A alla F.
In Sardegna ci sono tre fasce: le zone di montagna rientrano nella D, il che vuol dire accensione degli impianti il 1° novembre e spegnimento il 15 aprile. L’Isola costiera è invece nella fascia C con gli impianti attivi dal 15 novembre e sino al 31 marzo. Ci sono poi le isole come La Maddalena inserite nel gruppo B: i riscaldamenti possono essere accesi solo dal 1° dicembre al 15 marzo.
Stando alle ipotesi del Governo nazionale e condivise a livello europeo, l‘accensione degli impianti verrebbe ridotta di due settimane. Una a inizio stagione autunnale e l’altra alla fine. Per intenderci: nella fascia D anziché cominciare il 1° novembre si partirebbe il giorno 8; e anziché finire il 15 aprile, lo stop scatterebbe l’8. Si tratta tuttavia di possibili soluzioni, ma non c’è ancora nulla di definitivo.