Il Piano per l’autoregolazione dell’offerta per il Pecorino romano non convince l’assemblea dei soci di Copagri, che ha votato a maggioranza una presa di posizione sul piano di regolazione dell’offerta del pecorino romano per il triennio 2019-2020 presentata a Borore il 15 luglio davanti alle organizzazioni professionali agricole e alle centrali cooperative. “Copagri Sardegna, come già rilevato in altra occasione, ribadisce tutte le sue perplessità sui contenuti del Piano ritenendolo non adeguato a offrire un contributo verso il superamento della crisi che ha investito il comparto ovicaprino – rileva Ignazio Cirronis, presidente regionale Copagri – L’incerta definizione del tetto produttivo, che parrebbe fissato in 265mila quintali per la produzione 2019-2020 ma suscettibile di revisione nelle annata successive, cozza contro i dati di mercato che segnalano un consumo di pecorino romano nel mondo nel 2018 pari a circa 210mila quintali in pasta alle 24 ore”.
“Non si tiene conto che nell’ultimo triennio la produzione è sforata in due delle tre annate, producendo eccedenze che non sono ancora smaltite. L’inasprimento della contribuzione aggiuntiva, da sempre auspicata, viene mitigata da un non condivisibile sistema di deroghe – aggiunge Cirronis -. Ci è stata negata la possibilità di costruzione delle quote attraverso una maggiore corresponsabilizzazione degli allevatori assegnando a essi le quote latte atte a divenire pecorino romano con il successivo trasferimento di esse, trasformate in ‘quote formaggio’, ai caseifici liberamente scelti per il conferimento. Ora, non vi è ombra di dubbio che la soluzione della crisi passa attraverso l’equilibrio tra domanda ed offerta . Non ci resta che appellarci al senso di responsabilità dei trasformatori anche per costruire un sistema di relazioni contrattuali che non penalizzi sempre il pastore“.
“I suggerimenti delle organizzazioni agricole non sono stati presi in considerazione – aggiunge Pietro Tandeddu, responsabile nazionale per Copagri del comparto ovicaprino – L’euro per litro latte è una chimera. Il decreto sulle emergenze agricole, da noi riconosciuto come valido strumento, è lungi dall’essere attuato; solo recentemente è stato autorizzato il bando per l’acquisto di pecorino romano per gli indigenti ma gli effetti si potranno valutare nel tardo autunno; manca ancora il decreto attuativo sulla trasparenza dei dati, non si conosce alcuna programmazione della promozione sui mercati esteri delle produzioni casearie ovicaprine”.
“A oggi, proiettando l’attuale trend di crescita delle quotazioni del ‘romano’ sino a ottobre e applicando quanto previsto dall’accordo del 8 marzo, da noi non condiviso perché sbagliato il periodo di riferimento, la correlazione con il solo pecorino romano e la griglia indicata, è prevedibile l’assegnazione ai pastori di un saldo praticamente vicino all’acconto dei 74 centesimi/litro, a meno di miracoli improvvisi – aggiunge Tandeddu -. Il presidente della Regione Solinas, affrontando le criticità del comparto, ha indicato alcuni obiettivi: non basta. Chi governa ha la responsabilità di indicare le soluzioni. Convochi pertanto il Tavolo regionale di filiera e si riapra il confronto”.