Cauzioni e reclami, l’assessore Maninchedda difende Abbanoa

“Abbanoa emette 1,5 milioni di bollette in un anno, su queste si registrano 10.500 reclami, pari allo 0,7%. I reclami quindi ammontano solo allo 0,7%”. Così l’assessore regionale dei Lavori pubblici Paolo Maninchedda che sul suo blog difende il nuovo corso del gestore idrico integrato, replicando anche alle polemiche, in testa le associazioni dei consumatori, sulle cauzioni richieste dalla società. “Mediamente – spiega l’esponente della Giunta Pigliaru – ogni anno Abbanoa chiude 26mila utenze per cessazioni o per volture. Queste chiusure generano un mancato incasso e un contenzioso per circa 9 milioni di euro all’anno, perché non vi è un saldo simultaneo al momento della cessazione. Questo è un problema generale di tutti i gestori italiani. L’Autorità per l’energia, il gas e l’acqua ha reso obbligatorio il deposito cauzionale per consentire ai gestori di recuperare questi crediti ed evitare che essi vengano caricati sugli altri utenti virtuosi. Ne sono esenti – ricorda l’assessore – le famiglie a basso reddito e gli utenti che hanno la domiciliazione bancaria delle bollette. Gridare allo scandalo vuol dire pretendere che si vada avanti con l’andazzo per cui i virtuosi pagano i debiti dei viziosi e questo andazzo non può e non deve andare avanti”.

“Il 60% degli utenti paga regolarmente l’acqua – prosegue Maninchedda – Il restante 40% si divide in tante categorie: c’è chi rateizza e paga le rate, chi rateizza e paga solo la prima rata, chi non paga e pretende di non pagare. Fino a qualche tempo fa la veridicità dei dati in anagrafica era pari a zero. Oggi è passata (dato certificato) all’85%. Il censimento delle utenze è passato da zero a 600mila posizioni con visita domiciliare. Le letture certificate in data certa sono passate da 20mila l’anno a 1,5 milioni all’anno (due letture per utenza con accertamento fotografico del contatore. Le fatturazioni certificate, con consumi solo reali senza nessuna stima, sono passate dal 25% al 100% del fatturato. Il recupero crediti è passato da zero a oltre 200 milioni di euro per debiti maggiori di 10mila euro”.

L’assessore sottolinea poi che “indagini indipendenti hanno certificato che oltre il 65% dei sardi preferisce l’acqua della rete. I comuni nei quali si manifestano rilevanti problemi sono esattamente quelli che negli anni non hanno effettuato investimenti adeguati per risolvere strutturalmente le cause. Le somme necessarie per risolvere i problemi infrastrutturali delle reti e degli impianti in Sardegna sono pari a 1,4 miliardi di euro in 15 anni”. Maninchedda ha quindi annunciato che chiederà ad Abbanoa un report sulle utenze diocesane e parrocchiali: “mi auguro di non trovarmi di fronte a un nuovo caso Ici”, commenta l’assessore.

Leggi anche: Abbanoa, c’è una nuova cauzione a famiglia. Consumatori in allarme

 

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