La cassa integrazione è estesa a ottobre, ma l’Isola aspetta ancora i pagamenti

La fase 2 dell’emergenza Covid-19 è cominciata, ma i lavoratori che avrebbero dovuto già ricevere un primo assegno per la cassa integrazione sono ancora in attesa, soprattutto in Sardegna. Gli ultimi dati rilasciati dall’Inps a livello nazionale risalgono a ieri: per la Cig in deroga (quella gestita dalle Regioni) il totale delle domande inviate dalle amministrazioni è di 241.079, di cui autorizzate oltre centomila in meno (130.506) e di queste ne sono state pagate soltanto 32.622 a 67.746 beneficiari aventi diritto.

La situazione è particolarmente grave nell’Isola, dove migliaia di domande sono ancora in sospeso per questo molti datori di lavoro stanno anticipando la cassa integrazione pagando di tasca loro i dipendenti. Ma diversi ritardi si sono verificati anche in Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Sicilia. Nel dettaglio dei dati aggiornati al, 4 maggio, la Sardegna a fronte di 1.287 domande decretate dalla Regione (sono state 13mila le aziende che hanno fatto istanza di Cig in deroga per circa 26mila interessati) se n’è vista autorizzare solo 919, delle quali solo 126 pagate a 277 fortunati beneficiari.

La Sardegna attualmente è quartultima nella lista delle Regioni per domande presentate (prima la Lombardia con 46.399 istanze) e terzultima per quelle autorizzate dall’Inps, mentre arriva addirittura al penultimo posto (ultimo è il Molise) per domande effettivamente pagate (dai dati regionali manca il Trentino Alto Adige che ha procedure diverse). Sulla questione è in corso una polemica tra Governo e Regione. Il Mise sostiene, dati Inps alla mano, che la Sardegna sia in coda alla classifica delle Regioni per numero di domande pagate. La Regione assicura che tutta la partita della Cig potrebbe chiudersi entro il 15 maggio.

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È per questo che ora il Governo sta correndo i ripari: con il nuovo decreto economico in via d’approvazione e dopo i ritardi nell’erogazione osservati in queste settimane, vengono introdotti dei meccanismi per provare a ridurre i tempi di smaltimento delle pratiche. Innanzitutto, la domanda andrà presentata dall’azienda entro la fine del mese in cui è avvenuto lo stop e non più entro quattro mesi come previsto dal Cura Italia. Tutto l’iter di autorizzazione poi si dovrà esaurire nel mese successivo a quello in cui è stata avanzata la richiesta. In questo limite di tempo, se ci sono i requisiti per ottenere la cassa, l’Inps dovrà predisporne il pagamento. Non solo:  il Governo ha esteso la Cassa integrazione in deroga per 9 settimane e con il nuovo Decreto Aprile, slittato a maggio, dovrebbe esserci un’ulteriore proroga per altre 9 settimane. In pratica fino al 31 ottobre 2020.

Intanto in Sardegna è stato sottoscritto tra la commissione regionale dell’Abi, che riunisce le banche, e la Regione, l’accordo in materia di anticipazione delle indennità di integrazione salariale, anche in deroga. In applicazione della convenzione nazionale in tema di anticipazione sociale in favore dei lavoratori destinatari dei trattamenti di integrazione al reddito, l’intesa con la Regione prevede un rafforzamento degli interventi attraverso l’istituzione di un Fondo di garanzia per le anticipazioni. Più nel dettaglio, si tratta dell’attivazione di una nuova linea di garanzia del Fondo regionale con una dotazione fino a 10 milioni di euro destinati alle garanzie per l’innovazione e l’inclusione sociale e consentendone l’utilizzo per la concessione di garanzie a banche e/o enti pubblici a favore di persone fisiche, laddove queste facciano richiesta per l’anticipazione di denaro al settore bancario e finanziario a fronte di indennità di cassa integrazione guadagni Covid-19 o altre forme di sostegno al reddito. (mar.pi.)

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