Sullo stop al carbone, che il governatore Christian Solinas vuole rimandare e per questo ieri si è preso la bacchettata del premier Giuseppe Conte, i sindacati sardi hanno deciso di schierarsi: loro stanno dalla parte del presidente della Regione e auspicano che presto cambi idea pure il capo del Governo. Conte ha ribadito che gli impianti hanno carbone vanno bloccati entro il 2025 e poi ha rilanciato l’idea di un elettrodotto, al posto del metanodotto che pure nei giorni scorsi ha incassato il via libera dal ministero dell’Ambiente, almeno per quel che riguarda la condanna sud.
“Quello dell’elettrodotto – sostengono Caterina Cocco e Samuele Piddiu di Cgil insieme ai segretari di Cisl e Uil, Gavino Carta e Francesca Ticca – è un progetto non solo inutile ma tre volte più costoso del metanodotto. È anche impossibile da realizzare in tempi rapidi e non risulta compatibile con i progetti e gli investimenti già in atto ed è in contrasto con gli obiettivi di autosufficienza energetica della Sardegna”. Rispetto alla questione del carbone, i rappresentanti dei sindacati considerano necessario “realizzare nei tempi più rapidi possibili la cosiddetta phase out, ovvero la chiusura degli impianti per esigenze ambientali, ma il percorso non può prescindere dall’analisi del contesto sardo che risente, almeno per il momento, proprio dell’assenza del metano. Il quale – proseguono i confederali – è l’unica fonte che sotto il profilo energetico può mettere la Sardegna allo stesso passo del resto d’Italia e dell’Europa”.
Adesso le tre sigle sperano che queste contraddizioni siano “presto chiarite e che sia confermato l’impegno a garantire ai sardi l’arrivo del metano e l’avvio della fase di transizione, a parità di condizioni con il resto d’Italia”. Per Cgil Cisl e Uil al carbone esiste una sola alternativa: “Bisogna realizzare i rigassificatori e la dorsale, due opere che garantiranno il controllo pubblico dell’infrastruttura e del prezzo. La frammentazione della distribuzione, affidata invece a camion cisterna in giro per le strade, renderebbe vana la costruzione di un metanodotto pensato per tagliare la spesa delle famiglie e delle imprese”.