“GAP/Gioco d’azzardo patologico” in scena al Teatro di Serrenti

Il piacere del rischio, il brivido sottile della suspense possono trasformarsi in una sorta di droga per la mente, e trascinare singoli individui – e le loro famiglie – in una tragica spirale: s’ispira a una storia vera e drammatica “GAP/ Gioco d’Azzardo Patologico”, lo spettacolo del Teatro del Segno in cartellone sabato 8 febbraio alle 21 al Teatro di Serrenti per la rassegna TeM/Teatro e Musica 2014.

La pièce teatrale – scritta, diretta e interpretata da Stefano Ledda – è il fulcro del Progetto “Rovinarsi è un gioco 2014-15”, rivolto soprattutto alle scuole, per sensibilizzare e coinvolgere i più giovani sulle tematiche delle “dipendenze non da sostanze” che rappresentano una nuova, sempre più grave emergenza sociale con pesanti ricadute anche economiche e devastanti effetti nelle relazioni personali e familiari.

All’incontro – aperto al pubblico – a corollario dello spettacolo – parteciperanno anche la dottoressa Pina Lai e la psicologa Carla Sodde del Ser.D di Sanluri per una riflessione più approfondita sul problema del gioco d’azzardo patologico in Italia e in Sardegna, in particolare nelle province di Cagliari e del Medio Campidano.

Il sipario su “GAP/ Gioco d’Azzardo Patologico” e su “Rovinarsi è un gioco” 2014-15 si apre quindi – e non casualmente – a Serrenti: l’Asl 6 di Sanluri sostiene il progetto, nell’ambito delle iniziative per la prevenzione delle nuove dipendenze, tra cui quella sempre più diffusa dal gioco d’azzardo, alimentata – specie in tempi di crisi – dall’illusione di una vincita che possa compensare le perdite ma soprattutto “cambiarti la vita”. In verità il disturbo ossessivo-compulsivo definito come “ludopatia” (dipendenza da videopoker o dal bingo, dai “gratta e vinci” e dai più tradizionali Totocalcio e Superenalotto, dalle slot-machines e i giochi online, come i tornei di poker virtuale) può davvero segnare un’esistenza, ma in negativo, quando un innocente passatempo diventa il fulcro delle giornate, il pensiero costante, il rito irrinunciabile, in un progressivo isolamento dalla realtà.

“Rovinarsi è un gioco” unisce il pathos e la potenza espressiva del teatro alla forza dei numeri – in Italia già nel 2011 si contavano due milioni di giocatori a rischio, e 800mila persone “dipendenti” dal gioco d’azzardo a fronte di un giro d’affari di oltre 76 miliardi di euro, solo nel 2011 (e altri 10 miliardi per il gioco illegale) – per raccontare la realtà complessa e articolata del gioco d’azzardo, e i pericolosi effetti collaterali che sfociano nella patologia e nella dipendenza psicologica ma non solo. Lo spettacolo “GAP/ Gioco d’Azzardo Patologico” è nato da un’immagine, quella di una vita “esplosa” per colpa dell’insana passione per il videopoker, che ha preso il posto degli affetti, facendo dimenticare al protagonista la sua ambizione, il rispetto per la sua compagna e madre di suo figlio, l’amore per il bambino e perfino i valori di lealtà e giustizia. La suggestione iniziale è stata la spinta per approfondire il tema, dialogando con esperti, medici e psicologi fino a scoprire i risvolti più inquietanti di una realtà ancora sommersa – all’inizio degli anni Duemila – ma venuta sempre più alla luce sulle pagine della cronaca come nei dossier delle Aa.ss.ll.

LO SPETTACOLO – “GAP/ Gioco d’Azzardo Patologico” – un acronimo che è già significativo, per un auroritratto / confessione in cui il protagonista riparte dall’inizio, da una monetina inserita per caso in una macchinetta da videopoker, quasi per uno scherzo del destino che lo condurrà a dimenticare se stesso e i suoi cari, preso in un vortice di (in)consapevole autodistruzione. Una storia emblematica, che parte dalla realtà per restituirla trasfigurata sul palcoscenico, in un crescendo drammatico in cui affiorano i tipici sintomi della ludopatia, le reazioni al giudizio altrui, la dolorosa presa di coscienza che è solo l’inizio di un lungo percorso per uscire dal tunnel e cercare di rimettere insieme i pezzi della propria esistenza. Il ritmo incalzante delle monete che precipitano, inghiottite dal videopoker, riflette la velocità con cui il presente e il futuro si cancellano, e la mente resta impigliata nel meccanismo perverso per cui si gioca non più per divertirsi, o per vincere, ma quasi con l’inconscia speranza di perdere e continuare così a giocare, con l’illusione di rifarsi. La logica capovolta del giocatore d’azzardo smentisce la regola matematica – secondo la quale vince solo chi non gioca – per sperimentare astrusi sistemi di probabilità, che giustifichino l’irresistibile desiderio di giocare ancora, e ancora, e ancora…

La compagnia Teatro del Segno punta sul progetto “Rovinarsi è un gioco” 2014-2015 e rilancia con “GAP/ Gioco d’Azzardo Patologico” al Teatro di Serrenti, per offrire risposte concrete e possibili a quella che è diventata una vera emergenza sociale – anche in Sardegna, il fenomeno delle dipendenze da gioco d’azzardo è in costante crescita, e colpisce trasversalmente le diverse fasce d’età e classi sociali, proporzionalmente al diffondersi della passione per il gioco e il brivido del rischio che grazie alle nuove tecnologie, coinvolge anzi prende “nella rete” sempre più giovani e giovanissimi.

Il progetto “Rovinarsi è un gioco” si rivolge in particolare agli studenti delle classi medie inferiori e delle superiori, con l’obiettivo di sensibilizzare e far conoscere il rischio nascosto dietro un semplice passatempo, che può diventare incubo e prigione della mente su persone particolarmente predisposte (e il problema è che lo si può scoprire solo quando è troppo tardi) e la crisi fa il resto, trasformando il miraggio di una “facile” vincita nell’unica possibilità di migliorare la propria vita.

«Dal 2007 a oggi “Rovinarsi è un gioco” ha raggiunto 10mila ragazzi, con riscontri più che positivi – fin dalle prime reazioni, con domande intelligenti e stimolanti – e questo ci spinge senz’altro a perseverare» ricorda l’attore e regista Stefano Ledda; «se il progetto avesse un respiro regionale, potremmo coinvolgere 10mila ragazzi in un solo anno: il Teatro del Segno ha deciso di investire le sue (poche) risorse, ma è indispensabile il sostegno delle istituzioni – regione e enti locali e Asl, associazioni e fondazioni – che si sono già dimostrate attente e sensibili al problema del gioco d’azzardo patologico». Tra i primi partner di “Rovinarsi è un gioco” 2014-2015 la Asl 6 di Sanluri, che ha scelto di inserire il progetto tra le iniziative per contrastare la diffusione del gioco d’azzardo patologico anche per il prossimo biennio, sulla base dei risultati ottenuti nel 2013 – ma lo spettacolo “GAP/ Gioco d’Azzardo Patologico” è stato e viene utilizzato in ambito terapeutico, anche al di fuori dell’Isola proprio per la possibilità che offre il linguaggio teatrale di immedesimarsi e insieme vedersi dall’esterno, e comprendere le radici del male.

Il progetto “Rovinarsi è un gioco” ha anche ottenuto il riconoscimento e il patrocinio del Ministero per la Solidarietà Sociale, e il patrocinio di tre fra le principali organizzazioni nazionali e regionali, che si occupano del fenomeno azzardo e usura – l’A.GIT.A (Ass. nazionale degli ex Giocatori d’Azzardo e delle loro famiglie), la consulta Nazionale Anti Usura e l’ASSI.GAP (Ass. Sarda per lo Studio e gli Interventi sul Gioco d’Azzardo Patologico); ed è stato patrocinato e sostenuto dalle Province di Cagliari e d’Ogliastra e dalla Provincia del Medio Campidano, dal Comune di Quartu SE, dalla ASL 6 – Sanluri 2011, ASL 5 – Oristano, ASL 7 Carbonia, Ser.D Quartu Sant’Elena.

L’invito è quindi rivolto alla Regione Autonoma della Sardegna, a Province e Comuni, Aa.ss.ll. e alle istituzioni e associazioni che operino nella cultura e nel sociale, come alle Fondazioni, e a tutti quegli enti che vogliano sostenere la nuova tranche del progetto “Rovinarsi è un gioco” 2014-2015. Il Teatro del Segno ha anche attivato un percorso di finanziamento in crowdfunding – attraverso Produzioni dal Basso (https://www.produzionidalbasso.com/pdb_2965.html)… per quanti volessero sostenere il progetto con una (o più) quote, che corrispondono alla partecipazione gratuita per due (o più) ragazzi delle scuole medie e superiori.

La rassegna è organizzata dal Teatro del Segno in collaborazione con l’associazione Momotù e con il patrocinio e il sostegno del Comune di Serrenti. Biglietti: intero 10 euro, ridotto 8 euro; per info e prenotazioni: tel. 070 680229 e/o spettacoli@teatrodelsegno.com.

(FOTOGRAFIA DI KATIA MASSA)

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