Quattro musicisti sardi tra i nomi più rilevanti della musica italiana del 2021. Non è una cosa che succede spesso – anzi – ma nell’anno appena passato sono usciti alcuni album importanti che dall’Isola sono riusciti a conquistare pubblico e critica nazionale grazie all’indiscutibile qualità della proposta. Due conferme e due emergenti per Rockit.it (portale di riferimento della musica italiana). Innanzitutto Salmo, il rapper di Olbia che è tornato col nuovo disco – Flop – a distanza di tre anni dall’ultima uscita. Un album giudicato come il più completo e maturo della sua carriera, in grado di incanalare la varietà stilistica che lo contraddistingue – tra rap, hardcore, rock – in un formato più compiuto, dove mette a nudo le sue fragilità, i suoi demoni in un inno al fallimento tanto più paradossale quanto più il rapper macina successi a livello nazionale e internazionale.
L’altra conferma è quella di Iosonouncane, musicista di Buggerru che è tornato nel 2021 con un disco monumentale: Ira, quasi due ore – triplo vinile e doppio cd – durante le quali Jacopo Incani ha espanso ancora di più la sua idea musicale, in grado di mediare tra melodia, spinte più aggressive, sperimentazione (mai fine a se stessa) ed elettronica. Primo nella classifica delle vendite appena uscito – ed è sorprendente, considerando che la materia sonora è poco maneggevole, specie per chi non ha dimestichezza con certi ambienti musicali – è un disco incompromissorio e potente, drammatico e cupo, che rende ancora meglio dal vivo.
Legato a Iosonouncane – hanno collaborato per il secondo disco di Incani, Die – è Alek Hidell, al secolo Dario Licciardi. Nato a Cagliari ma di famiglia buggerraia, ora vive a Milano. Il suo disco, Ravot, è stato segnalato tra i migliori cinquanta della prima metà del 2021 da Rockit e si è valso anche la segnalazione tra i migliori cento artisti dell’anno. Il disco in effetti è notevole: c’è un’idea di elettronica calda, analogica, retro, capace di prendere influenze diverse – dalla library music italiana all’hip hop, dalla disco a Ennio Morricone – e metterle al servizio di una idea musicale in grado di raccontare una storia solo attraverso dei suoni. Quella di Ravot, che dà il titolo al disco, un personaggio conosciuto nella sua Buggerru, un “matto” del paese traumatizzato dall’esplosione di un siluro nel lontano 1942, a causa della quale persero la vita due sue coetanei.
E infine Bluem, al secolo Chiara Floris (nella foto). Sassarese trapiantata a Londra, il suo ultimo lavoro – Notte – è stato celebratissimo dalla critica italiana. Quarto posto nella top 50 dei dischi dell’anno per Rockit, grazie a una proposta freschissima che riesce a tenere insieme pop contemporaneo e folk, con una serie di riferimenti, nascosti o espliciti, all’Isola. Un nome di cui sentiremo parlare moltissimo nei prossimi anni.
Andrea Tramonte