‘Eravamo giovani nel 1967’, stamborrate e musica beat nel libro di Antonello Deidda

Un’estate strana quella del 1967 per i giovani cagliaritani: è la stagione dei casotti e dello sciopero del pane, delle interminabili partite a pallone e dei balli nei garage, delle mobilitazioni studentesche e dei cortei in apixedda per Gigi Riva, della guerra in Vietnam e del sindaco Brotzu. Un mix magico di spensieratezza, divertimento, delusioni e speranze ha accompagnato i ragazzi di ieri dall’adolescenza al mondo degli adulti: giorni indimenticabili per Antonello Deidda, per anni firma de La Nuova Sardegna e oggi giornalista in pensione, che ha raccontato quell’estate in ‘Eravamo giovani nel 1967, la storia mai raccontata del Cagliari in America‘, appena pubblicato dalla casa editrice Cuec. Il libro, è stato presentato ieri sera a Cagliari all’interno degli aperitivi culturali ‘Il gusto di leggere’, alla libreria Il Bastione di piazza Costituzione: oltre all’autore, presenti il giornalista di Videolina Giacomo Serreli e l’ex portiere del Cagliari Adriano Reginato.

“La storia inizia alla fine di maggio del 1967, il 25, un giovedì – così l’incipit del libro – Quando sul giornale appaiono due notizie destinate a cambiare il corso delle cose del Cagliari e di Cagliari. La prima è di calcio: ‘I rossoblù alla conquista dello scudetto americano’. L’altra è musicale: ‘Una giuria del Disco per l’estate in città'”.

Quell’estate il Cagliari pre-scudetto, quello di Manlio Scopigno, Ricciotti Greati, Roberto Boninsegna, Adriano Reginato e soprattutto del mitico Rombodituono è invitato a rappresentare l’Italia in un campionato di calcio negli Stati Uniti: rossoblù alla scoperta del sogno americano tra hotel di lusso, bagni in piscina, risse e scazzottate e tanta delusione per la stanchezza e soprattutto i soldi promessi che non arriveranno mai. Due anni dopo la squadra conquisterà il suo primo mitico scudetto.

Nel frattempo dai juke box, dalla radio e dalla tv arrivano anche in Sardegna le hit dell’estate: la colonna sonora delle partite di pallone tutti contro tutti nei cortili cagliaritani, dei balli serali in cantine trasformate in club, delle sfide a biliardino e dei bagni al Poetto. Un’estate che sta a metà tra beat, urlatori, psichedelia e tanto rock: è la generazione dei ‘capelloni’ contro i matusa raccontata anche dai continui scontri, più o meno violenti, tra vecchie e nuove generazioni. Le lettere che arrivano ai quotidiani, scritte ora dagli uni, ora dagli altri, ne sono testimoni: “La verità è che i vecchi non ci ascoltano, non sanno niente di noi – scrivono alcuni ragazzi in una di queste – Il dialogo tra noi e loro è impossibile”.

Antonello Deidda rivive quell’estate tra le notizie dei calciatori cagliaritani negli States e  le canzoni suonate nei club da ballo, spuntati un po’ ovunque in città: “Nei club si balla. Il 1967 è l’anno dello shake, definito il ballo dell’incomunicabilità perché i ballerini sono a distanza uno dall’altro: ‘Ballano da soli, che gusto c’è?’. Ma non passano mai di moda l’hully gully, il twist, il ballo del mattone, il surf e il ballo del pinguino. E non tramonta nemmeno il lento, sollecitato magari al cantante melodico di turno quando si vuole cuccare una pivella o farsi una sfranellata. C’è anche il ballo della mattonella”.

Non solo momenti spensierati per i ragazzi che vivono in città: è l’anno dello sciopero del pane, della demolizione delle baracche alla Scaffa, delle drammatiche dimissioni del sindaco Brotzu; il piano di Rinascita mostra già i suoi segni di debolezza e l’economia non decolla. Nel frattempo la Barbagia e l’isola intera vivono momenti bui tra banditismo, criminalità e rapimenti: nel giugno del 1967 tre persone morirono a Osposidda, vicino a Orgosolo, in uno scontro tra banditi e polizia, protagonista il solito Graziano Mesina che per decenni tornerà continuamente nelle cronache dei giornali.

Il Ferragosto nella memoria di Antonello Deidda è una mitica partita a pallone nel campo del Poetto: quarta fermata contro quinta, mille spettatori assistono alla sfida attorno a un campo di calcio delimitato da ciabattine e bottiglie vuote. Il giorno dopo il Cagliari si ritrova ad Asiago per il ritiro pre-campionato. Il rientro a scuola segna la fine dell’estate, l’eco è una canzoncina che ha poi avuto poco successo: “A me piace tua figlia” di un certo Giancarlo Guardabassi: parla di mare, di sole e spiaggia. L’anno dopo arriverà il Sessantotto con le sue nubi, ma quella è un’altra storia.

Francesca Mulas

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