Campionati giovanili di scacchi, il capo dipartimento Sport: “Disciplina che nobilita, sostegno dal Governo”

I campionati Nazionali giovanili di scacchi sono un evento che i giovani atleti under 18 attendono ogni anno con particolare emozione ed entusiasmo richiamando l’attenzione di tutto il settore e del movimento scacchistico italiano, tanto che nella terza giornata di gioco, nella meravigliosa cornice del Palazzo dei Congressi di Salsomaggiore Terme, hanno ricevuto la visita di Flavio Siniscalchi, Capo del Dipartimento dello Sport, che ha portato i saluti del Ministro dello Sport Andrea Abodi. Dopo un discorso di apprezzamento per la disciplina sportiva come strumento efficace per la crescita formativa dei giovani ed un accorato incoraggiamento agli atleti, e dopo aver dato il via al terzo turno con la prima mossa nella prima scacchiera degli Under 16 ha risposto a qualche domanda

È del 15 marzo del 2012 la Dichiarazione del Parlamento Europeo sull’introduzione del programma “Scacchi a scuola” nei sistemi di Istruzione dell’Unione Europea che invita la Commissione e gli Stati Membri a incoraggiare l’inserimento della disciplina sportiva bei programmi scolastici. Alcuni Paesi come la Spagna, per esempio, hanno già inserito gli scacchi come materia curriculare e in Italia?  Abbiamo la speranza che possa succedere? Possiamo strappare un impegno in questo senso?

L’impegno direi che è a 360 gradi, non soltanto sugli scacchi, ma riguarda la promozione, la necessità di promuovere tutte le discipline sportive all’interno degli studi scolastici che, come sapete, hanno un grossissimo deficit nel nostro paese, soprattutto in termini di infrastrutture, perché non abbiamo le palestre. Su dieci scuole, solamente quattro sono dotate di palestre idonee e sicure. Quindi il primo passaggio fondamentale è questo. Il Ministero dello Sport sta lavorando su vari fronti, con iniziative in collaborazione con “Sport e Salute”  proprio per incentivare la presenza dei tutor a scuola e quindi per accompagnare non soltanto i ragazzi, ma anche e soprattutto gli insegnanti alla pratica sportiva.Tutte le pratiche sportive, compresa la disciplina nobile degli scacchi, che si presta proprio ad entrare nel mondo scolastico per sviluppare una maggiore consapevolezza dei propri limiti, della propria personalità e quindi sicuramente può aiutare in termini formativi ed educativi.  È chiaro che la possibilità di immaginare una forma all’interno del percorso curriculare sarebbe una cosa che ci riempirebbe di gioia, soprattutto perché ci crediamo, però ripeto, il lavoro non è soltanto limitato a questo, ma è di ampio respiro perché il deficit che va colmato è particolarmente significativo, quindi stiamo lavorando in questa direzione e ci auguriamo di poter avere dei risultati più concreti.

Occorrerebbe sicuramente andare per step e formare sicuramente degli istruttori, certificarli per l’insegnamento a scuola. Sono sempre di più, comunque, le scuole che accolgono gli scacchi tra le loro aule, ne è prova un evento come il Trofeo Scacchi Scuola che anche nell’ultima edizione a Montesilvano ha confermato questa tendenza. O eventi come il Trofeo CONI, la cui fase finale si terrà a Catania ai primi di ottobre, in cui anche gli scacchi avranno il loro spazio e squadre rappresentative di tutte le Regioni.  È una conferma che si sta lavorando in questa direzione?

Sì, poi gli scacchi, devo dire che rispetto a tante altre discipline sportive si prestano ad essere giocati sotto varie forme. Non a caso durante l’epidemia del Covid, si è particolarmente sviluppato il gioco online, che ha permesso a tantissimi ragazzi non soltanto di continuare a praticare la disciplina, ma anche di confrontarsi con mondi diversi e con culture diverse, quindi questo ha sicuramente aiutato a potenziare la loro capacità di mettersi in gioco con tanti altri ragazzi.

La tanto demonizzata tecnologia, invece ha consentito ai ragazzi, e non solo, di continuare la pratica, ma di studiare anche a distanza e di diffondere la cultura degli scacchi. Speriamo che questo nuovo impulso possa aiutarci anche a superare quel gap di cui molto spesso gli italiani risentono, rispetto ai giocatori di altre nazioni che sono sicuramente più avanti.

Gli scacchi aiutano i giovani a mettersi in discussione, a crescere e soprattutto ad affrontare le loro sfide quotidiane, a competere con quelle che si troveranno a vivere. È davvero uno sport che nobilita, quindi ripeto il nostro sostegno non può che essere in questa direzione.  

Grazie per la sua presenza rassicurante, è importante per tutti, anche per i tanti genitori presenti qui a Salsomaggiore, ma soprattutto per i giovani giocatori. Davvero un segnale importante di attenzione del Governo e delle istituzioni verso il movimento scacchistico. 

Ma lei gioca a scacchi?

Si gioco ma con scarsi risultati! Però l’importante è giocare.

Manuela Ennas

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