Dall’anarchia gastronomica di Dario Torabi dell’Old Friend alle rivisitazioni barbaricine di Marina Ravarotto da ChiaroScuro. E non solo. Ci sono otto novità sarde nella guida Michelin, la bibbia dei gourmand a livello internazionale, l’ambitissimo spazio per i ristoranti di tutto il mondo in grado di cambiare le fortune degli chef e dei loro piatti. Gli ispettori hanno segnalato otto nuove insegne sarde: i già citati Old Friend e ChiaroScuro e Dal Marino a St Remy a Cagliari, La Saletta e Musciora ad Alghero, Mesadoria a Valledoria, Deste a Porto Rotondo e Millo a Santa Teresa di Gallura.
La cucina di Torabi è istintiva, a volte spiazzante. “Una proposta senza regole, un’idea con cui gioco con il mio vecchio amore per il punk – racconta -. Faccio menù senza schemi e in base all’umore in cucina e alla reperibilità dei prodotti può cambiare totalmente. Mi piace che il cliente si affidi totalmente a noi e si lasci guidare in questo caos ordinato”. Un mix di influenze perché Dario è figlio di un melting pot culturale e gastronomico insieme: nato e cresciuto a Cagliari, padre iraniano, madre piemontese, nonna veneta. “Porto tutte queste influenze nella mia cucina – racconta -. La mia è una cucina sarda non a livello di ricette ma di territorio e materie prime. Non sono cresciuto con una nonna che mi preparava i culurgiones, piuttosto riso basmati con spezzatino di montone, limone secco e altre spezie. La mia proposta è contaminata”. I critici della guida consigliano il suo crudo di pesce con pico de gallo (salsa messicana) e bottarga oppure conchiglioni con ragù di pecora, besciamella e salicornia. Marina Ravarotto invece è una chef nuorese che ha aperto il suo ristorante a Cagliari con un omaggio alle sue radici fin dal nome: ChiaroScuro richiama Grazia Deledda, gli interni raccontano una passione per la ruralità barbaricina e le sue storie. E i piatti vanno di conseguenza, con una rielaborazione dei sapori della sua terra senza limitarsi – tutt’altro – alla rispolverata della tradizione. “Chef Marina rende omaggio ai piatti iconici della sua Isola come Su Filindeu – scrivono gli ispettori -, un tipo di pasta in brodo formata da fili sottilissimi (il nome significherebbe “fili di Dio”), sovrapposti in tre strati incrociati, una preparazione complessa, che richiede grande maestria. Intrigante il menu “Le Radici”, un’opzione di quattro portate per scoprire i sapori della Sardegna”.
Storica insegna cagliaritana, Da Marino al St Remy è un ristorante vicino al Bastione celebre per la sua cucina di mare, mediterranea ed elegante. Anche La Saletta di Alghero – gestito da Gian Luca Chessa vicino al centro storico – punta su una cucina stagionale prevalentemente a base di pesce, con scelta tra piatti à la carte o menù degustazione con una rivisitazione della tradizione e materie prime super selezionate (come frutta e verdura del loro orto). Musciora è un altro must della città catalana: “Non lontano dal cuore della città, il servizio cordiale e competente si prende cura di voi fin dall’inizio – si legge nella guida -, proponendo i tre menu degustazione, tra cui spicca “La vera esperienza Musciora” di 8 portate. I piatti sono un omaggio alle tradizioni dell’isola e i prodotti provengono tutti dalla regione, così come la maggior parte dei vini in carta. Tra gli imperdibili i Filindeu in brodo di frutti di mare (una pasta formata da sottilissimi fili sovrapposti in tre strati incrociati) o La seppia, la patata e il pisello”. A Valledoria la guida Michelin consiglia la tappa da Mesadoria per le sue “ottime ricette di mare in un moderno ristorante ubicato su tre piani, con una bella terrazza per i cocktail e uno spazio aperitivi on the top”. Il consiglio è quello di conservare un po’ di appetito per i dolci. Poi ci sono le novità galluresi: Deste, in posizione leggermente rialzata rispetto al porto, con una vista impareggiabile. “Dalla cucina piatti di stampo moderno con un’interessante alternanza di terra e mare. Tè e kombucha rappresentano l’alternativa alla carta dei vini e un assaggio del gin prodotto dal proprietario è vivamente consigliato”, scrivono gli ispettori. E infine Millo a Santa Teresa di Gallura, con i suoi piatti che profumano di mare da gustare nella sua terrazza: consigliatissimo il calamaro con salsa all’arancia e cicoria.