Strage di Tempio, il movente dell’usura dietro il gesto di Frigeri?

Fermato l’artigiano di 32 anni. Conosceva la famiglia. Avrebbe agito da solo e ucciso con “modalità atroci”.

Caso chiuso in 24 ore. I  carabinieri del comando provinciale di Sassari e della compagnia di Tempio, coordinati dal procuratore della Repubblica Domenico Fiordalisi, hanno arrestato Angelo Frigeri, un artigiano di 32 anni, incensurato. È accusato della strage della famiglia Azzena ( il commerciante Giovanni Maria, la moglie Giulia Zanzani e il figlio Pietro di 12 anni). Se l’accusa di omicidio plurimo aggravato da crudeltà sarà provata avrà l’ergastolo.

L’uomo avrebbe agito da solo. Ne sono convinti gli inquirenti. “Elementi certi hanno portato al fermo dell’autore”- ha spiegato il pm Domenico Fiordalisi durante la conferenza stampa nel comando provinciale di Sassari. Che poi ha aggiunto: il ragazzino, testimone scomodo, è stato ucciso con modalità atroci”. Mentre l’avvocato difensore, Giovanni Azzena, per un bizzarra coincidenza omonimo della vittima, parla di una “posizione marginale” del suo assistito.

Cautela sul movente. A domande precise dei giornalisti il procuratore di Tempio Domenico Fiordalisi in un primo momento non ha voluto rispondere. Ma ha comunque confermato la prima ipotesi investigativa che riguarda le vicende che avevano coinvolto il capofamiglia qualche anno fa.  Azzena era stato arrestato l’8 dicembre 2008 assieme a un compaesano e a un 35enne napoletano con l’accusa di usura. Avrebbero prestato denaro con interessi dal 50 al 200 per cento, un’inchiesta partita da alcune denunce di imprenditori locali diventate vittime. Un giro di denaro, oro, gioielli.

“Attendiamo ulteriori sviluppi dall’autopsia e dalla prosecuzione delle indagini, ma quello che ci interessa è tranquillizzare la comunità, non c’è alcun serial killer che si aggira in libertà per Tempio Pausania“, ha detto ancora Fiordalisi.

Non sono state date indicazioni particolari sul corpo contundente, forse una spranga, usato per colpire brutalmente almeno i due coniugi, “arma” che sarebbe stata poi trovata nell’appartamento. Secondo l’autopsia, effettuata oggi dal medico legale Salvatore Lorenzoni, le vittime sarebbero morte strangolate con un filo elettrico.

L’interrogatorio. L’uomo era da ieri nella caserma dell’Arma in via Don Sturzo, sotto interrogatorio, e da lì è stato caricato su una macchina dei carabinieri partita verso il carcere di Sassari. Fuori dall’edificio, una piccola folla di cittadini che all’artigiano ha urlato“bastardo bastardo”. 

Frigeri aveva fornito prima una versione difensiva con lo scopo di tenersi fuori dalla scena del delitto. Non potendo poi più negare di essersi trovato in casa Azzena (è stato inchiodato dalle telecamere di sorveglianza di una gioielleria poco distante) ha sostenuto di essersi limitato ad aprire la porta e, successivamente, sempre su ordine dei due misteriosi personaggi,  di aver ripulito la scena del delitto. Personaggi, secondo questa versione, “venuti da fuori”, uno scenario comunque compatibile con le dinamiche del mondo degli strozzini fatto di intimidazioni e avvertimenti a domicilio. Secondo quanto trapelato, l’artigiano arrestato sarebbe caduto in contraddizione proprio sulle domande relative al suo ingresso nella casa di via Villa Bruna  dove stava svolgendo dei lavori, da qui la presenza del filo elettrico diventato oggetto di morte. In particolare gli investigatori hanno accertato che è Frigeri l’uomo che, nelle immagini della telecamera, esce dalla casa degli Azzena, si dirige verso il negozio di scarpe della famiglia e poi rientra di nuovo nell’abitazione con una busta. Come se stesse trasportando qualcosa.  

Gli inquirenti proseguono le indagini per fare luce sulla esatta dinamica, mentre la tranquilla cittadina gallurese si pone mille domande sulla strage di un’intera famiglia.

 

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share