Spopolamento, giovani e rapporto di mascolinità: i numeri dei Comuni sardi

Matteo Sau

(M. S.)

I numeri a volte riescono a disegnare un quadro esaustivo di quello che succede in un territorio. Il censimento dell’Istat, relativo al 2020, racconta di una Sardegna che perde abitanti, di piccoli centri in cui gli stranieri trovano residenza, di Comuni in cui l’età media è molto bassa e di altri in cui i giovani sono veramente pochi.

Numeri che nascondono situazioni in cui spesso non è semplice vivere a causa di un territorio, quello sardo, che soffre sotto tanti aspetti, non solo quello economico. Collegamenti, servizi, sono alla base della sopravvivenza soprattutto dei piccoli centri che, in alcuni casi, offrono spunti interessanti, stando alle caratteristiche della popolazione residente.

Complessivamente la Sardegna, al 31 dicembre del 2020, ha 1.590.044 residenti, ossia 21.577 persone in meno. Una diminuzione che ha riguardato indistintamente tutte le province anche se quella di Cagliari ha sofferto meno questo fenomeno. Oltre la metà della popolazione sarda vive nei due grossi poli di Cagliari e Sassari.

Il Comune più piccolo è Baradili, in provincia di Oristano, che ha solo ottanta abitanti, mentre spetta a Girasole, in Ogliastra, la palma di centro più giovane con un’età media di 42, 2 anni. Di contro, per trovare il paese più anziano bisogna andare in provincia di Sassari e precisamente a Semestene, dove l’età media degli abitanti è di 60,1 anni.

È Curcuris, piccolo centro dell’Oristanese, ad aver avuto l’incremento maggiore di popolazione rispetto all’anno precedente con il 5,4 per cento di abitanti in più. Sempre in tema di incremento della popolazione altri due piccoli centri emergono nella rilevazione dell’Istat e sono Boroneddu (in provincia di Oristano) e Lodè nel territorio di Nuoro. A Boroneddu si è registrato l’aumento più corposo di residenti italiani (più 4,9 per cento), mentre a Lodè sono stati i nuovi residenti stranieri a far registrare l’incremento più alto in proporzione (741,7 per cento).

Ancora una volta Semestene ottiene un ‘record’ perché oltre a essere il paese con l’età media più alta è anche quello che ha subito il maggiore decremento dei residenti rispetto al 2019 con un meno 9,2 per cento. È, invece, Fluminimaggiore ad aver perso il maggior numero di residenti stranieri con una riduzione del 66,7 per cento.

Infine, il rapporto di mascolinità che indica il la proporzione tra residenti maschi e femmine moltiplicato per cento. In Sardegna le donne rappresentano il 51,1 per cento della popolazione e superano gli uomini di quasi 34mila unità. Il paese che ha il rapporto di mascolinità più basso è Monteleone Roccadoria in provincia di Sassari con un rapporto di 78,3 uomini ogni cento donne. Mentre il centro con il maggiore rapporto di mascolinità è Siris, in provincia di Oristano, con un rapporto di 119,4 uomini ogni cento donne.

Matteo Sau

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