Indagini sul presunto stupro di gruppo: anche il procuratore nella casa di Grillo

Il procuratore di Tempio, Gregorio Capasso, oggi ha effettuato un sopralluogo nell’appartamento di Beppe Grillo nei residence del Pevero a Porto Cervo. La visita è cominciata alle 13.30 e si è conclusa alle 15. Accompagnato dal neo comandante del reparto investigativo dei carabinieri di Olbia, il tenente Astrid Greta Gentili, il comandante della stazione dell’Arma di Porto Cervo, diversi sottufficiali del nucleo investigativo e due consulenti d’ufficio, il capo della Procura ha verificato di persona lo stato in cui oggi si trovava l’appartamento dove sarebbe avvenuto lo stupro la notte del 16 luglio. Una piccola residenza inserita in un condominio “stellare” che il comico genovese possiede sin dalla metà degli anni Ottanta. Una “ispezione dei luoghi” che il magistrato inquirente ha ritenuto indispensabile ai fini del proseguo delle indagini, attività investigativa che è stata seguita dai difensori e i dai sostituti processuali degli indagati: Barbara Raimondo, Gennaro Velle, Paolo Costa, Enrico Grillo, Ernesto Monteverde e Mariano Mameli.

Un atto d’ufficio filmato, passo dopo passo, da un militare che ha ripreso il capo della Procura e i suoi periti in ogni angolo della casa. Un appartamento di circa ottanta metri quadri, con una ampia veranda che confina col green del Pevero Golf Club, composto da due stanze da letto, un salone, l’angolo cottura e la veranda in parte coperta. L’immobile sarebbe suddiviso in due ambienti distinti, separati tra loro. In uno di questi mini appartamenti, la notte del 16 luglio, si sarebbe consumato lo stupro di gruppo, mentre in quello accanto dormiva la moglie del comico genovese, la italo iraniana Parvin Tadjk, madre di Ciro Grillo.

“Non abbiamo ritenuto indispensabile partecipare al sopralluogo sui luoghi incriminati – ha detto al telefono da Milano il patrocinante di parte civile, l’avvocato Laura Panciroli – in quanti riponiamo enorme fiducia nella magistratura inquirente. Siamo invece presenti, con un nostro consulente di parte, nelle operazioni di verifica e controllo dei dati di tutti i telefoni messi sotto sequestro dalla magistratura”.  Gregorio Capasso, il capo della Procura della Repubblica di Tempio, ha dato una accelerata all’indagine affidata alla giovane collega Laura Bassani. Nei prossimi giorni saranno sentite la madre di Ciro Grillo e  l’amica della studentessa che avrebbe subito la violenza. La ragazza, una giovane milanese, ha già avuto modo di spiegare agli investigatori di Milano come lei e altre amiche, tra le quali c’era la studentessa vittima della violenza di gruppo, abbiano fatto amicizia con il gruppo dei ragazzotti della ‘Genova bene‘ che dispensavano vodka e superalcolici in una delle tende del Billionaire di Porto Cervo. Lei e la sua amica, pur avendo bevuto abbastanza, sarebbero state le uniche ad accettare l’invito di proseguire la notte nell’appartamento del Pevero occupato da Ciro Grillo. L’impegno era di quello di finire la serata con una spaghettata con vista sui campi da golf. L’epilogo, stando alla dettagliata denuncia della studentessa italo scandinava, sarebbe stato invece da incubo.

I sei cellulari che la Procura ritiene corpi di reato dei quattro indagati Ciro Grillo, il diciannovenne figlio del comico e fondatore del Movimento Cinque stelle e i suoi amici genovesi Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria, oltre a quello della vittima (una studentessa milanese di nazionalità italoscandinava) e quello della sua amica di vacanze sono stati consegnati, ieri mattina, al perito d’ufficio, un tecnico elettronico nominato dal capo della procura della Repubblica Gregorio Capasso. Al consulente si affiancheranno due periti di parte. Il primo è indicato dai difensori dei quattro giovani accusati di concorso di violenza sessuale, reato aggravato “dall’abuso delle condizioni di inferiorità”, che ipotizza l’abuso su persona incapace di reagire per l’assunzione di bevande alcoliche, come nel caso in questione. Il secondo incaricato dalla parte civile, un consulente nominato dal patrocinante che tutela la vittima e i suoi familiari, l’avvocato Laura Panciroli. Tutti saranno presenti all’inizio delle perizie che, stando alle prime indicazioni, dovrebbero avere inizio subito nello studio del consulente d’ufficio, un tecnico informatico isolano. Le indagini serviranno per capire quali dati (video, telefonate e messaggi) potrebbero contenere ed essere estrapolati dalla memoria dei telefonini dei protagonisti della vicenda.

Giampiero Cocco

[foto di Giampiero Cocco]

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