Sciopero all’Aias, l’azienda minaccia: “Segnaleremo i lavoratori all’Autorità”

Sono arrivate le minacce all’Aias, l’azienda dei fratelli Randazzo che in Sardegna gestisce l’assistenza di disabili e malati mentali. I vertici della società, attraverso una lettera della presidente, hanno promesso “segnalazioni all’Autorità”, in caso di sciopero della fame durante l’orario di servizio”.

La lettera è stata spedita oggi ai lavoratori, ai responsabili dei centri territoriali, ai direttori sanitari, ai medici e ai rappresentantio sindacali. La firma in calca è di Anna Paola Randazzo, sorella di Alberto e Vittorio, gli eredi dell’impero sanitario costruito dal padre Bruno. Poche righe – nove in tutto – per dire che il provvedimento verrà fatto “a tutela dei paziente e dei dipendenti”.

La Randazzo si appella al decreto legislativo 81 del 2008 sulla “sorveglianza sanitaria dei lavoratori”, è scritto nell’oggetto della lettera. Il testo recita così: “Con riferimento alle notizie di stampa di questi ultimi giorni, abbiamo appreso che alcuni dipendenti hanno preannunciato di attuare lo sciopero della fame in servizio”. Quindi il primo avvertimento a quanti lo faranno: “Dovranno comunicarlo per iscritto al responsabile del centro di appartenenza”. E ancora: “Non potranno riprendere le prestazioni lavorative” e saranno riammessi al servizio solo dietrio la presentazione di “adeguata certificazione medica attestante l’idoneità psicofisica al rientro al lavoro, rilasciata dal proprio medico curante”. Diversamente partirà appunto “la segnalazione all’Autorità”.

All’Aias il clima si è fatto infuoco. Ai dipendenti da mesi non viene pagato lo stipendio. Le mensilità arretrate sono dodici, l’azienda eroga solo piccoli acconti. Tanto che alcuni lavoratori devono chiedere prestiti ai parenti anche solo per pagare la benzina necessaria ad arrivare al lavoro. Il caso è anche all’attenzione dei tribunale di Cagliari: nelle scorse settimane il pm Daniele Caria ha chiesto il fallimento della società, per insolvenza nei confronti dei 1.200 lavoratori. Ma il giudice ha sospeso il provvedimento e accordato il concordato in bianco presentato dai legali dell’azienda. Proprio in seguito a quest’ultima decisione la protesta dei lavoratori si è fatta sentire: anche oggi c’è stato un presidio sotto l’assessorato regionale alla Sanità, in via Roma a Cagliari (nella foto di copertina). Ma insieme alla mobilitazione ecco anche la mano dura di Aias.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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