Saremar, nel 2012 rosso da 1,7 milioni. Il Cda: “Colpa della Flotta sarda”

Lo scorso anno Saremar ha chiuso il bilancio con una perdita complessiva di 1,7 milioni di euro. E poteva andare pure peggio, considerato che la Flotta sarda, fortemente voluta da Ugo Cappellacci e dall’allora assessore ai Trasporti Christian Solinas, nel 2012 ha fatto registrare una perdita di 3,4 milioni di euro. Eppure il ricavo complessivo della compagnia supera i 55 milioni, di cui 36 provenienti dal capitolo “vendite e prestazioni”. Com’è stato possibile, allora, trovarsi un bilancio in rosso? Due, secondo il Cda, le cause del deficit. Il primo: la crisi generale nel settore dei trasporti. La seconda: l’esperimento della Flotta sarda, appunto. In particolare, nella relazione al bilancio firmata dal presidente del Cda Emanuele Cera, si legge che la perdita d’esercizio è legato a “taluni oneri non ricorrenti, sostenuti dalla società nell’ambito dell’attività sperimentale di collegamento con la penisola”.

Eppure la Regione aveva messo a disposizione “10 milioni di euro”, si ricorda nel bilancio. Evidentemente non sono stati sufficienti. Per rendersene conto basta dare un’occhiata al rapporto costi/ricavi della Flotta sarda. Se i collegamenti con la penisola hanno portato nelle casse di Saremar circa 32,5 milioni di euro, i costi le hanno svuotate di 35,9 milioni, con una perdita, come detto, di circa 3,4 milioni. In sostanza, il bilancio ha smentito sia il presidente della Regione, sia l’ex assessore ai Trasporti, che invece assicuravano il successo dell’iniziativa e parlavano di guadagni a sei zeri.

D’altronde, il rapporto tra passeggeri trasportati e costi d’esercizio è stato inversamente proporzionale: se i primi hanno scarseggiano, i secondi sono lievitati. Dice il bilancio che l’unico risultato apprezzabile ha riguardato la rotta Olbia/Civitavecchia. Ma solo nei mesi estivi: in inverno, numeri scarsi. Deludente il collegamento Porto Torres/Vado Ligure, ‘salvato’ solo dal traffico commerciale. Nel primo caso i passeggeri totali sono stati 279mila, con al seguito 82mila autovetture, nel secondo si parla di 51mila clienti e 14mila auto.

E i costi? Il noleggio delle motonavi Scintu e Dimonios da Visemar e della Coraggio da Grimaldi è costato 12,5 milioni, ai quali bisogna aggiungere 11 milioni per il carburante e altri 850mila euro per il personale di bordo. E non è finita, perché a bilancio è iscritto anche un debito di un milione: è la penale che Saremar deve pagare a Visemar per la “conclusione anticipata del noleggio di Scintu e Dimonios”.

Nel quartier generale della compagnia, a Cagliari, si attende inoltre la decisione dell’Unione europea in merito al procedimento, tutt’ora in corso, che dovrà stabilire se i denari transitati dalla Regione a Saremar (anche attraverso Sardegna Promozione) debbano considerarsi o meno aiuti di Stato. Su consiglio dei legali, i vertici della compagnia di navigazione non hanno previsto l’accantonamento di risorse da impiegare nel caso in cui la decisione dell’Ue fosse sfavorevole.

I debiti, in ogni caso, non mancano. Al 31 dicembre 2012, su Saremar pesava un’esposizione bancaria a breve termine per 3,1 milioni, mentre i fornitori reclamavano pagamenti per 3,9 milioni, tanto che negli uffici della compagnia sono arrivati diversi decreti ingiuntivi, subito onorati. Tra i debiti figura anche una sanzione di 134mila euro comminata dall’Agenzia delle entrate di Cagliari per un “atto di accertamento per fatturazione Iva 2011 all’Agenzia regionale Sardegna Promozione”. In totale, si parla di 9,6 milioni di euro di debiti.

Ma ci sono anche i crediti, a cominciare dagli oltre 5,7 milioni vantati nei confronti della vecchia compagine societaria di Tirrenia. In origine erano 11 ma, per prudenza, c’è stata una svalutazione del credito. Chiudono il cerchio i crediti verso “clienti”, pari a 1,5 milioni, e verso la “controllante” (ovvero la Regione), per 2,6 milioni.

E per il 2013? Si prevede un sostanziale pareggio, anche grazie ai soldi stanziati dalla Regione per i collegamenti interni, circa 16 milioni. Anche se il consiglio di amministrazione auspica un’accelerazione del processo di privatizzazione.

Ma i problemi non finiscono qua. E’ di poche settimane fa l’interrogazione presentata dal Partito democratico (primo firmatario Pietro Cocco) per chiedere spiegazioni su una vicenda segnalata da Sardinia Post. E cioè il trasferimento di 550mila euro dai fondi ordinari al pagamento di una parte dei debiti della Flotta Sarda. Come se la compagnia regionale fosse un bancomat.

IL DOCUMENTO

 

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