Da questa mattina la polizia giudiziaria sta passando al setaccio decine e decine di documenti negli uffici del Consorzio di bonifica della Sardegna meridionale. Gli agenti si sono presentati nella sede centrale dell’ente, in via Dante a Cagliari, con i decreti di sequestro di tutti gli atti tecnico-amministrativi che riguardano in primis la realizzazione della diga di Monte Nieddu, nel Sulcis. Si tratta di un appalto infinito (se ne parla da 40 anni) e alquanto consistente, visto che i lavori ammontano a 83 milioni di euro.
Ma nel mirino della polizia giudiziaria, che sta operando su input del Pm Gaetano Porcu, ci sono anche altri documenti. Secondo fonti beninformate, nei decreti di sequestro si farebbe riferimento anche alle carte che riguardano gli affidamenti diretti assegnati dal Consorzio di bonifica alla Fluenter srl, società con sede a Capoterra amministrata da Luca Sedda, cognato del direttore generale del Cbsm Roberto Meloni.
È alquanto probabile che gli occhi della Procura siano puntati sui lavori e sulle forniture per oltre 200mila euro assegnati dal Consorzio alla Fluenter nel periodo 2013-2014, quando cioè la società era sempre amministrata da Sedda e il 50 per cento delle quote societarie erano in mano alla sorella del Dg Meloni, Annalisa. Quest’ultima poi, nel maggio dello scorso anno, cedette le quote pochi giorni dopo la presentazione di un esposto depositato da una società della Penisola, in relazione ad un appalto milionario poi congelato. In particolare, l’esposto evidenziava i rapporti di parentela tra il Dg Meloni e gli amministratori e soci della Fluenter srl e ventilava l’ipotesi di un conflitto di interessi.
La vicenda, raccontata qualche settimana fa da Sardinia Post, è balzata agli onori delle cronache nazionali grazie al giornalista Gian Antonio Stella, che venerdì scorso ha dedicato al Consorzio e alla Fluenter un’intera pagina su Sette, il magazine del Corriere della Sera.
Pablo Sole