Nuove ombre sugli immobili di Solinas: c’è un’altra compravendita del 2013

Gli affari immobiliari di Christian Solinas sono ancora sotto la lente del Fatto quotidiano. Dopo aver rivelato alcune operazioni poco chiare del presidente della Regione, il giornale diretto da Marco Travaglio oggi solleva nuovi dubbi su un’altra compravendita di Solinas che risale al 2013, nel periodo in cui aveva appena abbandonato la Giunta Cappellacci per andare a sedersi tra i banchi del Cosniglio regionale. Dopo aver rivelato che a novembre dell’anno scorso Solinas avrebbe chiuso un affare per la vendita di un immobile vicino a Poggio dei Pini, un frazione di Capoterra dove lui abita, a Roberto Zedda, un imprenditore che è anche fornitore della Regione: l’aveva acquistato a circa 50mila euro per poi rivenderlo a 550mila. Dopo la firma del preliminare il presidente della Giunta regionale avrebbe incassato 200mila euro, ma per ora non c’è traccia del rogito che sarebbe dovuto arrivare entro la fine di giugno. Non si tratta di un dettaglio marginale.

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Ma non sarebbe l’unica volta che Solinas chiude un’operazione da cui incassa 200mila euro e non si trova il rogito. A marzo del 2013, dopo la rottura tra il Psd’Az e l’allora presidente Ugo Cappellacci, Christian Solinas si era dimesso da assessore regionale ai Trasporti e a fine maggio aveva messo a segno un’operazione immobiliare con un importante figura nel settore che fino a poco prima era di competenza del suo assessorato. Secondo la ricostruzione del Fatto, il 30 maggio 2013 Solinas era andato da notaio per firmare con Antonello Pinna (titolare della Pinna Trasporti Logistica) la cessione di 40mila metri quadri di terreni agricoli nelle campagne di Capoterra. Un’operazione da 400mila euro e in questo caso Solinas ne avrebbe incassato 200mila con quattro assegni da 50mila euro ciascuno. C’è un altro punto in comune con quella vicenda, l’altra metà dei soldi sarebbe dovuta arrivare al momento del rogito, entro il 30 maggio 2014: ma anche di quell’atto il Fatto non ha trovato traccia nei documenti dell’Agenzia delle entrate. Non è escluso che queste vicende rivelate dal Fatto siano finite all’attenzione della Procura.

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