Femminicidi, in Sardegna 18 vittime in 5 anni. Le iniziative per la giornata del 25 novembre

Il 25 novembre è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Si arriva a questa ricorrenza con dati per nulla rassicuranti: in Italia sono 42 le vittime da inizio 2022, in Sardegna 7. L’Isola è al terzo posto nella classifica delle Regioni con il più alto tasso di femminicidi. In Sardegna, l’ultima della lunga lista nera è Slobodanka Metusev, 48 anni, morta dopo essere stata colpita da 18 coltellate inferte dal compagno Stevan Sajn, 50 anni, nella casa di accoglienza di Capoterra che ospitava la coppia.

E proprio a Capoterra domani, nella giornata contro la violenza sulle donne, partirà un corteo in suo ricordo, dalla piazza del Municipio sino a piazza Liori. Slobodanka è l’ultima delle 18 vittime di femminicidio negli ultimi cinque anni in Sardegna. Un terzo (33 per cento) sono straniere. Gli autori di reato nella maggior parte dei casi, ben 13, sono stati partner o ex partner, negli altri 5 parenti. Circa il 40 per cento dei femminicidi è avvenuto nei comuni della Città Metropolitana di Cagliari (sette). Poi sei a Sassari, due a Oristano, due nel Sud Sardegna e una a Nuoro.

Secondo i dati dell’Istat, nel primo trimestre di quest’anno si sono registrate 194 chiamate al numero di pubblica utilità contro violenza e stalking, il 1522, di cui 128 arrivate da Cagliari, 8 da Carbonia-Iglesias, 4 dal Medio Campidano, 6 da Oristano, 16 da Nuoro, nessuna dall’Ogliastra, 24 da Sassari e 8 da Olbia Tempio. E sempre secondo l’Istat, i dati dicono che le richieste d’aiuto arrivate al numero 1522, dal 2018 fino al 2021, sono aumentate passando da 578 a 710. Ma quante altre donne vorrebbero comporre quel numero e non lo fanno? Come risolvere una vera e propria emergenza, visto che si verifica in media un femminicidio ogni quattro giorni? Le iniziative ci sono, ma a volte i soldi spesso vengono a mancare. Dal 2018 solo 59 donne in uscita da centri antiviolenza e case rifugio hanno ricevuto in Sardegna il reddito di libertà, misura di sostegno per consentire una vita autonoma lontano dal pericolo. L’Isola è stata tra l’altro la prima regione ad adottare nel 2018 una misura di sostegno al reddito rivolta proprio a donne in fuoriuscita dalla violenza con un sussidio mensile di 780 euro.

Tante le iniziative per la giornata internazionale contro la violenza: molti comuni, da Sassari a Quartu Sant’Elena, da Fonni a Silanus coloreranno di rosso i Municipi, stessa illuminazione per luoghi noti come il complesso nuragico di Santa Sabina e i murales. A Sassari in programma una riunione solenne del Consiglio comunale. A Cagliari previsti un flash mob sulla scalinata di Bonaria (il segno distintivo dei partecipanti sarà un tratto rosso orizzontale sullo zigomo) e una iniziativa della Polizia di Stato in piazza Garibaldi. Si moltiplicano poi le installazioni di panchine rosse, diventate il simbolo del No alla violenza di genere. A Elmas, sempre in occasione della giornata del 25, verrà inaugurato un nuovo sportello di ascolto per donne e minori che sarà gestito dal centro antiviolenza “Sole e Luna”.

Anche il Consiglio regionale verrà illuminato di rosso ma, secondo le consigliere della minoranza Rossella Pinna, Laura Caddeo, Desiré Manca e Maria Laura Orrù, sarà un segno di sensibilità, verso le donne vittime di violenza, di facciata. Mai come quest’anno l’intero palazzo si prepara ad arrossire per la vergogna. Non basta più la solidarietà o lo sdegno. Alle buone intenzioni si deve dare seguito con azioni concrete partendo dall’attuazione degli 11 punti previsti dall’Odg n. 64″. Invece oggi, ad oltre un anno dall’approvazione, quell’Odg nella maggior parte degli impegni non è stato attuato”. Le consigliere hanno proseguito: “Che ne è stata dell’istituzione dell’Assessorato per le pari opportunità? Cosa ha impedito l’istituzione della Commissione speciale per la lotta alla disparità di genere? Queste misure, molto semplici ma di sicura efficacia sono rimaste lettera morta, così come il Piano strategico pluriennale per il contrasto alla violenza e alla discriminazione. Eppure si era stati concordi nel ritenere l’attuazione dell’Odg una urgenza improcrastinabile”.

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