Michela, chiesto ergastolo per marito. Avvocati della donna: “Lui mai pentito”

È fissata per il 24 ottobre la sentenza per l’omicidio di Michela Fiori, la mamma di Alghero uccisa l’antivigilia di Natale dello scorso anno. Sul banco degli imputati c’è una sola persona, Marcello Tilloca, 43 anni, l’uomo dal quale la donna ammazzata in casa aveva deciso di separarsi e per questo è stata strangolata, come risultato dall’autopsia.

Questa mattina davanti al gup Michele Contini si è aperto il processo con rito abbreviato, chiesto dal legale di Tilloca per ottenere la riduzione della pena. Ma il pm Mario Leo ha chiesto ugualmente il massimo della condanna, ovvero l’ergastolo, al termine di una requisitoria durata un’ora, a porte chiuse, e durante la quale il magistrato ha ricostruito l’omicidio. Sono state anche sentite anche le registrazioni con le testimonianza raccolte dalla Procura: è anche il racconto delle paure che aveva uccisa, più volte minacciata dal martito prima dell’omicidio.

Ieri Pietro Diaz, il legale dell’imputato, ha depositato ulteriori memorie difensive del proprio assistito, il quale in aula è rimasto impassibile e non ha tradito la minima emozione. Poi la parola è passata agli avvocati delle parti civili: Gavinuccia Arca per l’associazione ‘Rete delle donne’ di Alghero che organizzato un sit-in davanti al tribunale; Marco Manca e Lisa Udassi sono invece i legali scelti dal fratello di Michela, Luca Fiori, e dalla mamma e Giuseppina Grasso.

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I tre avvocati, nel corso delle arringhe, hanno chiesto il massimo della pena per Tilloca, evidenziando da una parte l’assoluta mancanza di pentimento da parte dell’imputato, e dall’altra la gravità sociale dei femminicidi e in generale delle violenze sulle donne, ritenuti dei crimini contro l’umanità. Le parti civili hanno poi sollecitato un risarcimento di 30mila euro, con una provvisionale immediata di 15mila, per ciascuno dei due figli di Michela, che dall’inizio del 2019 vivono a Genova insieme alla nomma materna. Il gup ha rinviato al 24 ottobre anche l’arringa di Diaz. Prima della sentenza ci sarà spazio anche per le repliche.

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