L’ospedale li obbliga a fare i pendolari. Diffida in massa: medici contro la Assl

Contestano in tredici. Tutti dirigenti medici a libro paga dell’ospedale San Martino. Da ventuno mesi la Assl di Oristano li obbliga a fare i pendolari verso Ghilarza e Bosa, i presidi della provincia. I dottori tappano i buchi degli organici, nella sanità sarda sempre più malata. Ma siccome l’estemporaneità del provvimento è diventata prassi, insieme hanno deciso di presentare una diffida. Di fatto un ultimatum all’azienda socio-sanitaria, travolta di recente dalla scandolo giudiziario sui presunti concorsi truccati.

Quando a marzo 2018 il management dell’Assl ha fatto partire l’ordine di servizio, per i medici sembrava un sacrificio possibile, a tutela dei pazienti. Ma trascorsi ventuno mesi non si vede la fine del pendolarismo. E soprattutto nessun’altra organizzazione alternativa è stata messa in pedi. Non solo: col tempo si è allungata la lista delle violazioni. Irregolarità che, contratto di lavoro alla mano, i vertici del San Martino continuano a imporre. Di qui, appunto, il mandato legale affidato all’avvocato Giacomo Doglio.

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Oltre al fattore tempo, con la normalizzazione della mobilità d’urgenza, c’è un problema di competenza professionale: i dottori del San Martino sono costretti a un turno di guardia di notte anche in Chirurgia. Quindi vengono impiegati in una disciplina medica fuori dalle loro competenze, visto che a Ghilarza e a Bosa si alternano internisti, reumatologi, geriatri, grastroenterologi e specialisti in malattie infettive. Si aggiunga un abnorme accumulo di straordinari, che in alcuni casi hanno superato le 250 ore annue.

La Assl deve rispondere alla diffida entro martedì 31 dicembre. L’avvocato, a nome dei dirigenti medici, chiede di sospendere l’ordine di servizio. L’efficacia delle disposizioni scattate a marzo 2018 e che avrebbero dovuto avere durata temporanea. Ma tant’è: a Oristano sono andati avanti a colpi di proroghe, sino all’ultima ritenuta intollerabile. Non fosse altro che il sovraccarico di lavoro non ha evitato il caos nell’erogazione delle prestazioni sanitarie. A Ghilarza, per esempio, il Pronto soccorso è chiuso da mesi. E di questo passo ad avere problemi sarà la stessa Medicina interna del San Martino. Che viene sempre più sguarnita, eppure conta cinquantotto posti letto più quelli in appoggio, cioè allestiti in reparti diversi, e si arriva anche a una ventina. Il totale dei ricoveri supera in un anno quota tremila. Ma per i manager di Oristano non basta, ed ecco le trasferte forzate. Stavolta però c’è di mezzo anche l’avvocato. (al. car.)

 

 

 

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