La Sardegna si distingue a livello nazionale per una notevole crescita delle testate online e degli operatori dell’informazione, in controtendenza rispetto al resto d’Italia. È quanto emerge dalla ricerca commissionata dal Corecom Sardegna all’Almed dell’Università Cattolica di Milano, con la direzione scientifica della professoressa Mariagrazia Fanchi. Lo studio, che traccia lo stato dell’informazione nell’Isola, è stato presentato oggi in Consiglio regionale.
“Per la prima volta la Sardegna, la politica e il mondo dell’informazione dispongono di uno strumento così dettagliato su cui ragionare e promuovere politiche più efficaci”, ha dichiarato Sergio Nuvoli, presidente del Corecom Sardegna. L’indagine ha rivelato diversi aspetti interessanti: la maggior parte dei sardi predilige l’informazione locale a quella nazionale e preferisce contenuti audiovisivi, come video e audio, rispetto ai tradizionali articoli scritti. Gli utenti sono particolarmente interessati a notizie su meteo, trasporti, eventi culturali, politica e cronaca nera, mentre il gossip risulta decisamente meno seguito.
Un altro dato significativo riguarda il profilo dei lettori sardi: il 57% si sente principalmente “sardo”, mentre il 18% si identifica come italiano e il 25% come europeo o cittadino del mondo. Questo riflette un forte legame con l’identità locale e una crescente esigenza di essere cittadini attivi e informati su tematiche di interesse pubblico.
Il giudizio sull’informazione locale è generalmente positivo e tra le 12 testate più seguite in Sardegna, oltre a L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna, c’è anche Sardinia Post. La ricerca ha anche sottolineato come la dinamica dell’informazione online stia lentamente sostituendo quella cartacea, con una flessione delle tirature delle edizioni fisiche delle principali testate regionali. Negli ultimi tre anni, L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna hanno registrato una progressiva riduzione delle copie vendute. Questi cambiamenti sembrano rispecchiare un fenomeno più ampio, legato alla disaffezione delle generazioni più giovani nei confronti dei media tradizionali. I giovani sardi, infatti, preferiscono ottenere le notizie attraverso social media e piattaforme di messaggistica come WhatsApp, dove trascorrono gran parte del loro tempo online.