Sono stati presentati oggi nella Sala stampa “Gianni Massa” del Consiglio regionale i risultati della ricerca commissionata dal Corecom Sardegna all’Alta scuola in Media comunicazione e spettacolo (Almed) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, con la direzione scientifica della professoressa Mariagrazia Fanchi. Lo studio, che ha analizzato lo stato dell’arte dell’informazione in Sardegna, ha mappato i canali e i contenuti informativi, ricostruendo i processi attraverso i quali i cittadini si informano, con particolare attenzione agli strumenti innovativi e non convenzionali.
L’indagine ha coinvolto un’analisi approfondita dell’offerta informativa a livello regionale e della fruizione di contenuti da parte dei cittadini, con l’obiettivo di delineare un quadro completo delle abitudini di consumo mediatico in Sardegna. “Questa ricerca rappresenta per noi la realizzazione di una delle finalità principali del Corecom”, ha dichiarato il presidente Sergio Nuvoli. “Il lavoro del team di ricercatori guidato dalla professoressa Fanchi ci fornisce una mole consistente di dati, che costituisce una base importante per una riflessione sul sistema informativo regionale”.
Lo studio ha incluso una serie di metodologie di indagine, tra cui un sondaggio condotto su 1.003 abitanti sardi di età compresa tra i 16 e gli 80 anni, una mappatura dei contenuti online tramite un tool di web listening, e una revisione delle ricerche esistenti. Tra i risultati più significativi, emerge un forte attaccamento all’identità locale: più della metà dei sardi (57%) si sente prima di tutto sardo, con un crescente interesse per le notizie locali, che risultano di particolare rilevanza per il 51% degli intervistati.
I temi dell’informazione e le fonti preferite
L’indagine ha rivelato che i sardi sono molto attenti all’informazione riguardante il meteo e il traffico (96%), e che un’ampia fetta della popolazione segue con regolarità eventi locali (55%), politica, cronaca nera e sport. L’informazione economica, sul lavoro e sull’innovazione trova invece un seguito principalmente tra gli imprenditori e il pubblico maschile.
Riguardo le fonti di informazione, il passaparola tra amici, familiari e colleghi risulta essere il canale più utilizzato, con il 61% degli intervistati che afferma di ricevere notizie locali attraverso questa modalità. Tra gli enti che forniscono informazioni, i Comuni e la Regione Sardegna sono i più citati, seguiti dagli influencer locali (30%), soprattutto dalla generazione Z.
La lettura dei quotidiani in Sardegna
Non sorprende che, come in molte altre realtà, anche in Sardegna si stia assistendo a una progressiva diminuzione della lettura dei quotidiani cartacei. Negli ultimi tre anni, le principali testate regionali, L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna, hanno registrato un calo della tiratura cartacea e una flessione anche nelle edizioni online. Nonostante questa tendenza, le testate tradizionali continuano a godere di una buona fiducia da parte dei lettori: la maggioranza degli intervistati ha espresso soddisfazione riguardo la chiarezza (82%), la veridicità (66%) e il livello di approfondimento (61%) dei contenuti offerti dai mezzi di informazione tradizionali, con una preferenza per TV, radio e giornali rispetto ai nuovi media, come i social e i contenuti degli influencer, che non sempre soddisfano le aspettative in termini di qualità informativa.
Il giudizio sull’informazione locale
Il sistema informativo locale viene generalmente giudicato in maniera positiva, sebbene ci siano alcune aree di criticità, soprattutto per quanto riguarda l’imparzialità delle notizie: solo il 49% degli intervistati ritiene che l’informazione sia imparziale. In particolare, i temi più controversi, come politica ed economia, suscitano opinioni divergenti tra i lettori, con una maggiore insoddisfazione rispetto ad altri temi, come il meteo e il traffico. Infine, l’immagine della Sardegna nei quotidiani locali è vista generalmente come realistica ed equilibrata dalla maggior parte dei cittadini, ma un quinto degli intervistati, in particolare nelle province di Oristano e Sud Sardegna, ritiene che la rappresentazione dell’Isola sui giornali locali sia distorta e in senso negativo.