Incubo Covid-19, mancano i posti letto: malati nelle ambulanze, 15 ore di fila

Non vanno per nulla bene in Sardegna col Covid-19. Di certo non va come da settimane ripetono il presidente della Regione, Christian Solinas, e l’assessore alla Sanità, Mario Nieddu. I posti letto per l’assistenza dei malati non ci sono, a giudicare da quanto sta accadendo: lo dimostrano queste immagini scattate alle 9,15 di stamattina al Santissima Trinità di Cagliari: oltre il cancello ecco le ambulanze in fila. Una dalle 18 di ieri, martedì 20 ottobre. La seconda e la terza arrivate poco dopo. Nascosta ce n’è pure una quarta che attende il proprio turno da mezzanotte.

È la cronaca di un’emergena serissima, la storia di questa fila in un ospedale blindato da due guardie giurate che chiedono di non fare foto. Ma infilando il cellulare tra le sbarre del cancello, qualcosa si può immortalare lo stesso. E un signore gentile, un operatore del 118, si avvicina pure. “Io sono arrivato alle 8 di questa mattina – racconta -. Ho dato il cambio all’equipaggio che c’era dalla mezzanotte di ieri. Siamo con quell’ambulanza”, spiega indicando col dito un mezzo parcheggiato quasi all’angolo sinistro del Santissima Trinità.

Ovviamente non c’è rabbia contro medici e infermieri. “Loro sono mortificati, di più non possono fare”. Infatti il problema è solo politico. È organizzativo. È l’inadeguatezza di una classe dirigente che non sta attrezzando la Sardegna a fronteggiare la pandemia. Perché se i posti letto ci fossero, come sostengono Solinas e Nieddu, all’ospedale Covid di Cagliari, il polo centrale dell’assistenza come ripete lo stesso assessore, non ci sarebbe attesa.

“Noi – prosegue il racconto dell’operatore del 118 che chiede giustamente di restare anonimo – siamo arrivati da Cagliari. Nella nostra ambulanza c’è un signore con la febbre a 39. Non può essere ricoverato e lo stesso succede coi pazienti tenuti nei mezzi arrivati prima del nostro”. Sempre dalle sbarre del cancello si scorgono le scritte di Simaxis e Selargius. “Da qua – continua il racconto dell’operatore – non si vede l’ambulanza di Mandas, ma c’è. La prima è qua dalle 18 di ieri”.

Siamo appena alla fine di ottobre, l’influenza normale non è ancora arrivata, ma il livello di emergenza è già così elevato. Nel report pubblicato l’altro giorno dal Quotidano Sanità, la Sardegna è risultata la terza regione italiana per posti già occupati in terapia intensiva: il 19,1 per cento (su 152 letti disponibili). Peggio stanno solo l’Umbria al 24,2 e la Valle d’Aosta al 22,2,. Se con gli infetti del coronavirus si supera la soglia del 30 per cento, si rischia che manchino i posti per tutti gli altri malati, visto che non esiste solo il Covid-19.

Lo scenario che si prospetta è davvero drammatico. Le mancate cure dei sardi, sulle visite specialistiche, hanno già prodotto in questi mesi un ritardo di oltre un milione di controlli (leggi qui l’approfondimento di Sardinia Post). L’ipotesi per nulla remota è che soprattutto i pazienti oncologici, le cui terapie sono stati rinviate in troppi casi, non riescano più a fronteggiare la malattia. Un allarme che hanno lanciato l’altro giorno anche i consiglieri regionali dei Progressisti, Francesco Agus e Massimo Zedda. Eppure, come sfingi, Solinas e Nieddu continuano a sfoderare ottimismo. L’ultima perla è la promessa di raggiungere la quota di 402 letti. Intanto la fila di ambulanze è certificata.

Se si scorrono i bollettini sanitari che ogni giorno diffonde la Regione, la progressione del Covid-19 è un presagio che toglie il sonno: il 16 settembre i nuovi casi di coronavirus, che pure avevano ripreso a crescere, erano in assoluto ancora pochi. Precisamente 27, per un totale di 2.991 dall’inizio della pandemia. I pazienti ricoverati erano 88, 17 invece quelli in terapia intensiva. Ieri, 20 ottobre, si sono contati 221 nuovi infetti, oltre otto volte di più rispetto al dato di settembre. Tanto che in poco più di un mese i casi totali dall’inizio della pandemia sono diventati 6.476. Significa che ci sono stati 3.485 nuovi malati. In trenta giorni e spiccioli i contagi sono raddoppiati.

Preoccupante anche la progressione dei ricoveri: da 88 si è passati a 226, una crescita di due volte e mezzo. Si aggiungano i 34 malati di Covid-19 che sono in terapia intensiva: anche in questo caso si tratta di un raddoppio in poco più di un mese. Cosa la Giunta Solinas intenda fare, non è dato saperlo. Ma il tempo delle chiacchierare non può andare avanti. Sennò la Sardegna rischia di dover scegliere chi curare, perché negli ospedali potrebbe non esserci più il posto per tutti.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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