Sanità sarda, un gigantesco arretrato: per il Covid rinviate 1,2 milioni di visite

I numeri sono impressionanti: la paralisi della sanità sarda, cominciata l’8 marzo e andata avanti sino al 3 giugno per via della pandemia Covid-19, ha fatto accumulare un arretrato da 1,2 milioni di visite specialistiche. A tanto ammontano i i nuovi accertamnenti e i controlli periodici che negli ultimi tre mesi sono stati annullati dalle Assl di Cagliari, Medio Campidano, Sulcis, Oristano, Ogliastra, Nuoro, Gallura e Sassari. E adesso potrebbero essere drammatiche le conseguenze sulla salute dei sardi.

Questa ricostruzione è un’esclusiva di Sardinia Post. Nella nostra Isola, in condizioni normali, gli ospedali, gli ambulatori e i presidi sanitari erogano 500mila visite specialistiche al mese, incluse quelle che vengono ripetute su una stessa persona, specie tra i ricoverati (ma non solo). Questo per dire che le 500mila prestazioni non corrispondono necessariamente ad altrettanti pazienti. Fatto sta che durante la quarantena forzata e obbligatoria per tutti, in Sardegna è stato garantito inizialmente solo il 10 per cento delle visite specialistiche, quelle più urgenti, pari a circa 50mila. Poi, col passare delle settimane, si è arrivati al 20 per cento, per un totale di 100mila prestazioni erogate su base mensile. Da qui si ricava che in tre mesi ne sono state garantite appena 300mila, su un milione e mezzo. Vuol dire un arretrato da 1,2 milioni, che corrisponde a 400mila ogni trenta giorni.

In che modo l’assessorato alla Sanità, guidato da Mario Nieddu, intenda gestire questa nuova emergenza, ancora non si sa. Il 5 giugno, coi soliti toni trionfalistici che lo contraddistinguono, il presidente Christian Solinas si è detto “soddisfatto” per la delibera con la quale è stata accesa luce verde “alla ripresa delle attività ambulatoriali e ai ricoveri ospedalieri programmati“. Ma la vera partita non è il riavvio in sé, quando la gestione delle liste d’attesa. Che rischiano di avere tempi davvero biblici.

Insomma, le settimane a venire fanno presagire un impatto sanitario senza precedenti, soprattutto sui malati oncologici e in generale sui pazienti più gravi. Nieddu, dal canto suo, le mani avanti le ha già messe: l’assessore ha parlato di un mega buco nei conti della sanità , parlando di “un miliardo di euro” di passivo. Ciò che non lascia immaginare chissà quali misure straordinarie per gestire l’arretrato accumulato. Il titolare della sanità non ha spiegato nei dettagli come si è arrivati al passivo. Ma se la cifra troverà definitiva conferma, vorrebbe dire che nell’Isola è senza copertura un terzo del costo totale dell’assistenza medica e ospedaliera, attestata intorno a tre miliardi, tutti a carico dei contribuenti sardi.

Nella paralisi delle visite specialistiche e degli accertamenti diagnositici vanno inclusi gli esami di laboratorio: prima del Covid-19, tra strutture pubbliche e quelle private convenzionate si contava un carico da 20 milioni di analisi al mese. Ma anche in questo caso – seppure non vi sia nello specifico una quantificazione precisa – le provette arrivate nei laboratori sono state infinitamente meno. Significa altro arretrato da smaltire, su esami non fatti e che nel giro di poco verranno nuovamente prescritti dai medici di famiglia.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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