Tommaso Giulini, proprietario della Fluorsid, è a Palazzo di giustizia, a Cagliari. Lo ha convocato il pm Marco Cocco, titolare dell’inchiesta che il 16 maggio scorso ha fatto scattare sette ordinanze di custodia cautelare (qui tutti i nomi) per associazione a delinquere e disastro ambientale.
Giulini è stata chiamato in qualità di persona informata dei fatti: nella Fluorsid spa, cioè lo stabilimento di Macchiareddu, detiene il 21,05 per cento del capitale. Il restante 78,95 per cento di quote è in mano al Fluorsid group srl, di cui lo stesso industriale milanese, classe 1977, è l’azionista di maggioranza col 90,65 per cento.
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Giulini è arrivato a Palazzo di giustizia intorno alle 11. Oggi gli uffici sono chiusi al pubblico, e forse non è un caso che il Pm abbia scelto proprio questa giornata per convocare l’imprenditore. Giulini, come noto, non è indagato. Ma adesso che si sono chiusi tutti gli interrogatori di garanzia dei sette arrestati, le dichiarazioni del proprietario della Fluorsid possono essere dirimenti per capire cosa succedeva davvero nello stabilimento di Macchiareddu. Soprattutto chi si occupava di dare l’ordine di spostare le migliaia di tonnellate di scarti industriali che negli anni sono state smaltite illecitamente. Almeno stando a quanto ricostruito dal pubblico ministero e dal Nucleo Nipaf del Corpo forestale guidato dal commissario Fabrizio Madeddu. Così dopo un anno e mezzo di indagini. La Procura ipotizza che la Fluorsid abbia inquinato per risparmiare, come scritto in più passaggi dell’ordinanza di custodia cautelare formata lo scorso 16 maggio dal gip Cristina Ornano.
Al. Car.
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