Due persone in carcere, tre agli arresti domiciliari e due con obbligo di dimora. Sono queste le sette misure cautelari emesse dal Gip della Procura di Cagliari su richiesta della Direzione distrettuale antimafia (Dda): smantellato un giro di cocaina tra la Sardegna e l’Olanda. Un traffico che in quasi due anni, da settembre 2016 a giugno 2018, ha fatto arrivare a Cagliari quaranta chili di polvere bianca del valore di oltre 10 milioni di euro.
Gli arresti sono scattati per due sardi: uno è il cagliaritano Massimo Farris, 56 anni, già trasferito a Uta; l’altro è un emigrato residente in Olanda. Ai domiciliari sono finiti Alexander Kapitonov, russo di 24 anni; Giovanni Piero Falconi, nuorese di 46; Luca Tegas, ogliastrino di Lanusei, 29 anni. Obbligo di dimora per Vincenzo Piras, 41 anni, arzanese e per Giacomo Piroddi, 22 anni, nato a Lanusei e residente a Tortolì. I sette sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata al traffico nazionale e internazionale di sostanze stupefacenti.
I provvedimenti di oggi, hanno spiegato i militari dell’Arma nel corso di una conferenza stampa, sono solo gli ultimi di una lunga serie. Gli arresti e i sequestri, infatti, si susseguono da giugno 2017 a febbraio 2018, tanto che sul registro degli indagati risultano iscritte 38 persone .
Il 2 giugno 2017 a Sardara in manette finisce Giancarlo Deidda, pizzicato mentre trasporta in macchina dieci chili di cocaina. Il 9 agosto dello stesso anno vengono arrestati Stefan Lazarov e Silvano Fasano sorpresi con 10 chili di polvere bianca. Le due operazioni antidroga mettono in allarme i trafficanti che decidono di cambiare tecnica per far arrivare la droga nell’Isola e utilizzano un servizio di spedizioni. Il 28 ottobre il carico (tre chili di ‘coca’) viene intercettato a San Sperate: la droga era nascosta in una scatola che conteneva piastre per riscaldare cibo. È del 9 gennaio dello scorso anno l’arresto di Domenico Brancato e della moglie bloccati prima che potessero imbarcarsi per la Sardegna con 3,7 chili di droga.
Parallelamente ai sequestri, i carabinieri continuano a lavorare per tracciare un quadro completo dell’organizzazione criminale. I primi a cadere nella rete sono Luciano Tuveri e Giampaolo Scintu, arrestati nel febbraio del 2018. Secondo gli investigatori coordinavano lo smercio di stupefacenti nelle province di Cagliari e Oristano. Vengono poi individuati i contatti in Olanda e in cella, sempre lo stesso mese, finiscono Giancarlo Pani, considerato l’organizzatore delle spedizioni (insieme al sardo trapiantato nei Paesi Bassi oggi destinatario dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere), e i suoi due referenti per lo spaccio Luciano Tuveri e Giampaolo Scintu.
Oggi i militari dell’Arma hanno scritto l’ultimo capitolo della maxi indagine, arrestando gli altri componenti del gruppo criminale e individuando, soprattutto, il luogo in cui arrivava lo stupefacente (tramite i vari corrieri come Giovanni Piero Falconi) e veniva smistato per le altre destinazioni. Il centro di raccolta era il circolo privato gestito da Massimo Farris, in via Tirso a Cagliari. Un ‘fortino’ dotato di sistemi di videosorveglianza dal quale venivano distribuite le partite di stupefacenti che finivano poi nelle zone di Oristano, Tortolì, ma anche nel Sulcis. Farris utilizzava come esattore il pugile Alexander Kapitonov: era lui che si presentava per riscuotere i pagamenti dagli e spacciatori. Tutti lo conoscevano per la sua indole violenta e, secondo gli investigatori, avrebbe anche intimidito e minacciato decine di persone. Giacomo Pirrodi e Luca Tegas, infine, erano i due referenti di Farris per lo smercio di stupefacenti nell’area di Tortolì.