Fondi ai gruppi, arresti domiciliari per Diana e Piras. Verso giudizio immediato

Arresti domiciliari per Mario Diana e Sissinnio Piras, i due consiglieri regionali finiti in carcere per l’inchiesta sui fondi ai gruppi. Lo ha deciso il gip Giampaolo Casula accogliendo una richiesta del pm Marco Cocco. Diana torna a casa dopo 91 giorni di detenzione. L’ex capogruppo del Pdl, accusato di peculato per una spesa sospetta di 250mila euro, era rinchiuso nel penitenziario di Massama (Oristano) dal 6 novembre scorso.

Piras, a cui la Procura di Cagliari contesta invece i convegni organizzati nella palestra della moglie a Villacidro, è stato arrestato il 18 dicembre. A questo punto sono tutti ai domiciliari gli onorevoli finiti in manette per il presunto shopping fatto con denari pubblici, visto che dal 13 dicembre sta scontando la pena in casa pure Carlo Sanjust, il pidiellino arrestato insieme a Diana il 6 novembre. Per Sanjust i cancelli di Buoncammino si erano aperti con l’accusa di aver utilizzato i fondi ai gruppi per pagare il proprio banchetto di nozze. Una festa da 25mila euro, soldi che il consigliere regionale ha restituito al partito confermando di fatto il peculato.

Ai domiciliari c’è anche Riccardo Cogoni, il golden boy dell’imprenditoria cagliaritana che deve rispondere di concorso in peculato: si sarebbe prestato a un giro di false fatturazioni per un importo di 101mila euro. A Diana e Piras i domiciliari sono stati concessi contestualmente alla richiesta con la quale il pubblico ministero ha sollecitato per tutti gli arrestati il giudizio immediato. (al. car.)

Possibile giudizio immediato. Secondo alcune indiscrezioni pubblicate dall’Ansa l’inchiesta-bis della Procura di Cagliari sul presunto utilizzo illecito dei fondi destinati ai gruppi consiliari della Sardegna, sarebbe pronta a vedere stralciate le posizioni dell’ex capogruppo del Pdl Mario Diana e del collega Sisinnio Piras.  La loro posizione, assieme a quella dei consiglieri regionali del Pdl Carlo Sanjust – ora ai domiciliari dopo un periodo di carcerazione a Buoncammino – e Onorio Petrini – solo indagato -, potrebbe concludersi con la richiesta di giudizio immediato da parte del pm Marco Cocco che avrebbe dato il proprio parere favorevole alla mitigazione della misura cautelare. Per il momento si tratta appunto di indiscrezioni, ma i quattro esponenti politici della maggioranza sono già stati interrogati (anche se Diana si è avvalso della facoltà di non rispondere), condizione che consente al magistrato inquirente di chiudere l’indagine con una richiesta al Gip di giudizio immediato: in pratica si andrebbe direttamente a processo, con la possibilità per gli imputati di scegliere il tipo di rito, ma senza passare per l’udienza preliminare.

Le contestazioni. La cifra che la Procura contesta a Mario Diana – difeso dagli avvocati Mariano e Massimo Delogu – sfiora i 200 mila euro, una parte dei quali utilizzati per l’acquisto di penne Montblanc, libri storici e opere d’arte, o spesi per scopi che l’accusa ritiene non istituzionali. A Sisinnio Piras – assistito da Guido Manca Bitti – viene imputata l’organizzazione, a spese del gruppo, di una serie di convegni su temi di interesse medico sportivo come obesità, sport e salute, tenuti nella palestra della moglie. Sanjust – difeso da Carlo Amat – avrebbe invece pagato coi fondi destinati al Pdl il proprio matrimonio (oltre 20 mila euro), mentre a Onorio Petrini – rappresentato dal legale Mario Garau – viene contestato l’acquisto di coppe d’argento per qualche migliaio di euro. Sia Petrini che Sanjust hanno già proceduto a restituire alle casse della Regione 25 mila euro a testa.

La decisione di oggi del Gip di concedere i domiciliari a Diana e Piras potrebbe essere propedeutica alla chiusura di questa parte dell’inchiesta, mentre continuano le indagini sulle spese degli altri gruppi dell’attuale e della precedente legislatura. (ANSA).

Articolo aggiornato dalla redazione alle 16.34

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