Flotta sarda, la Corte dei conti parla di “fenomeni corruttivi”

C’è anche la Flotta sarda tra gli esempi di cattiva amministrazione citati dal procuratore generale della Corte dei conti Salvatore Nottola, nella relazione presentata all’inaugurazione dell’anno giudiziario.

E parlare di ‘cattiva amministrazione’ è forse un poco riduttivo ed eufemistico, perché – a sorpresa – Nottola annovera il caso della Flotta sarda addirittura nell’elenco dei “fenomeni corruttivi” registrati in Sardegna nel 2012 (pag. 109, ndr). E non sembra che il termine sia usato secondo un registro per così dire ‘figurativo’, in stile ‘corruzione dei costumi’, per intendersi. Tant’è vero che nella lunga lista di reati contro la pubblica amministrazione, il procuratore generale ‘ormeggia’ Scintu e Dimonios tra due casi di concussione.

Una precisazione: Nottola non nomina mai la Flotta sarda. Più semplicemente, ne traccia il preciso identikit.

Evidenzia infatti il procuratore generale che tra i famosi “fenomeni corruttivi” è compreso anche “l’affidamento a società interamente partecipata dalla Regione, di attività imprenditoriale per l’espletamento di un servizio di trasporto […] già oggetto di assegnazione da parte dello Stato per assicurare la continuità territoriale, con l’esborso di diverse somme a titolo di sponsorizzazione (circa tre milioni di euro) con profili rilevanti anche per quanto concerne l’osservanza delle norme europee in materia di aiuti di Stato”.

La storia è nota. Quando due anni fa i prezzi dei traghetti subirono una notevole impennata, il presidente della Regione e l’assessore ai Trasporti Christian Solinas decisero di improvvisarsi armatori e tramite la Saremar, società appunto interamente controllata dalla Regione, decisero di varare la Flotta sarda.

Primo problema: Saremar non dispone dei fondi necessari. La soluzione? In primis versare circa tre milioni di euro nelle casse di Sardegna promozione, l’agenzia in house che si occupa di favorire i flussi turistici verso l’Isola. Quindi, con un ulteriore passaggio, l’agenzia gira i tre milioni di euro a Saremar. A che titolo? Ma è semplice: promozione dell’immagine dell’Isola.

Sono i famosi denari impiegati, tra le altre cose, per riverniciare i comignoli e le fiancate di Scintu e Dimonios con il logo “Sardegna” e gli immancabili Quattro mori.

Ora: sulla Regione che si inventa armatore le polemiche non sono mai mancate e, com’è noto, l’Unione europea ha avviato una indagine per verificare il rispetto delle norme sugli aiuti di Stato. Ma nemmeno i più agguerriti detrattori avevano ventilato l’ipotesi di condotte penalmente rilevanti. Si era rilevata la curiosa segretezza che circondava il bilancio della flotta e quando, faticosamente, era emerso era stata rilevata una certa distanza tra le ottimistiche  dichiarazioni ufficiali e il deficit reale.  A margine, si erano poi scoperte altre vicende bizzarre, come quella della “laurea esotica” dell’assessore ai Trasporti. Ma mai sospetti attorno alla possibilità che si fosse andati oltre una gestione politicamente disinvolta del denaro pubblico.  Lo fa invece il procuratore generale della Corte dei conti, Salvatore Nottola. Un magistrato. Che per stilare la relazione annuale si è basato anche sulle segnalazioni arrivate dai procuratori regionali.

Alla luce di questi passaggi, non appare quindi inverosimile l’ipotesi dell’apertura di un fascicolo da parte della Procura della Corte dei conti di Cagliari, magari su segnalazione dell’autorità giudiziaria. E se così dovesse essere, sembra che le indagini siano a buon punto. Talmente a buon punto da far annoverare a Nottola il caso Flotta sarda tra le “fattispecie attinenti a fenomeni corruttivi”, come si legge nella relazione.

Pablo Sole

sole@sardiniapost.it

 

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