Energia, si cerca l’alternativa al Galsi. La Cgil punta al rigassificatore

Dopo l’addio, ormai sancito, al gasdotto  Galsi (che avrebbe dovuto trasportare metano dall’Algeria fino alla Toscana via Sardegna) si cercano altre soluzioni. Dopo l’esperimento del trasporto via nave, ora c’è chi punta su un rigassificatore in un’area industriale che già esiste. A Sarroch: la proposta è stata rilanciata dalla Filctem Cgil in occasione di un convegno sul futuro del metano, e dell’energia in genere, in Sardegna. “C’è bisogno di decidere la soluzione più rapida per avere a disposizione il metano – ha detto William Schirru, Filctem provinciale di Cagliari – E il territorio di Sarroch ha già tutte le infrastrutture necessarie e spazi: terminali marittimi, stoccaggi, competenze tecniche, vocazione industriale”.
E ancora. “Il territorio di Sarroch – ha sottolineato il sindacalista – è collegato attraverso pipe line all’area di Macchiareddu e quindi alla centrale del gas di Cagliari. Insomma, il 60 per cento della popolazione sarda. Quest’opera significherebbe avere nel giro di pochi anni un’importante area industriale tra le più avanzate e competitive d’Europa”. Un impianto compatibile con turismo e agricoltura, ha sottolineato Giacomo Migheli, segretario Filctem regionale. “Ci sono già esempi di industrie che coesistono con gli hotel o con la produzione di olive o pomodori – ha spiegato – Il rigassificatore ci consentirebbe inoltre di trattare al migliore prezzo di mercato il prezzo del metano con evidenti ricadute sui costi”.
I sindacati chiedono per il rigassificatore l’intervento di Sarlux (gruppo Saras) ed Eni. “Una joint venture – ha proposto Schirru – in modo che il valore prodotto abbia ricadute in termini di benefici occupazionali e economici su tutti”.

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