Dalla Costa Smeralda agli affari di mafia: ex diva Ana Bettz arrestata dalla Finanza

C’è anche Anna Bettozzi, vedova del petroliere Sergio Di Cesare e protagonista della vita mondana in Costa Smeralda, fra le persone arrestate nell’operazione nei confronti di una settantina di persone responsabili di associazione di tipo mafioso, riciclaggio e frode fiscale di prodotti petroliferi e sequestri di immobili, società e denaro contante per un valore di circa 1 miliardo di euro. Nell’ambito dell’operazione coordinata dalle Dda di Roma, Napoli, Catanzaro e Reggio Calabria sono stati sequestrati gli impianti della società petrolifera della famiglia Bettozzi, Max Petroli, ora Made Petrol Italia Srl. Le indagini in particolare si sono concentrate sui legami fra il clan camorristico Moccia e la Max Petroli Srl.

La Bettozzi, secondo le accuse, trovandosi a gestire una società in grave crisi finanziaria, era riuscita a ottenere forti iniezioni di liquidità da parte di vari clan di camorra, tra cui quelli dei Moccia e dei Casalesi, che le avevano consentito di risollevare le sorti dell’impresa, aumentando in modo esponenziale il volume d’affari, passato da 9 milioni di euro a 370 milioni di euro in tre anni, come ricostruito dalla Gdf di Roma su delega della Dda capitolina.

La Bettozzi, avrebbe sfruttato non solo il riciclaggio di denaro della camorra, ma anche i classici sistemi di frode nel settore degli oli minerali, attraverso la costituzione di 20 società “cartiere” per effettuare compravendite puramente cartolari in modo tale eludere con la Made Petrol le pretese erariali, potendo così rifornire i network delle cosiddette ‘pompe bianche’ a prezzi ancor più concorrenziali.

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“Si tratta del capo indiscusso dell’organizzazione, della persona più di tutti ‘esperta’ della materia anche grazie a quanto imparato dal marito Sergio Di Cesare”. È quanto riportato nell’ordinanza del gip Tamara De Amicis. “Nulla si muove senza il suo assenso – scrive ancora il gip che ha disposto il carcere per la donna – è lei che intavola il rapporto con Alberto Coppola e, tramite lui, con tutto il gruppo napoletano dal quale riceve cospicui finanziamenti per la propria attività illecita, remunerando adeguatamente gli investimenti fatti da costoro”. Per l’indagata Anna Bettozzi “sembra persino superfluo formulare considerazioni ulteriori rispetto a tutto quanto emerso nel corso dell’indagine” sottolinea il giudice.

“È ancora lei che riesce a mantenere saldamente nelle mani della propria famiglia il deposito della Maxpetroli – si legge nelle esigenze cautelari dell’ordinanza – resistendo senza difficoltà alle pressioni del Coppola che, anche forte della provvista di denaro a lui messa a disposizione dal clan Moccia, cerca di insinuarsi nel deposito romano acquisendo una forma di partecipazione societaria che la Bettozzi prontamente respinge, mantenendo nelle proprie mani le redini del comando”. D’altra parte, “a dimostrazione ulteriore della pericolosità sociale della Bettozzi – scrive il gip – si richiama ancora la conversazione in cui la donna, conversando con la sorella Piera che intende aprire personalmente un deposito di carburanti, cerca in ogni modo di dissuaderla prospettandole la pericolosità dell’attività da lei svolta, per la quale ha dietro la camorra, e comporta per chi la esercita il serio rischio di essere imputato per associazione per delinquere”. Adnkronos

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