Tra gli effetti collaterali del coronavirus c’è lo stop all’arrivo delle sacche di sangue dalle regioni coinvolte, che si traduce in una richiesta straordinaria ai donatori sardi. “La nostra regione dovrà prevedere ogni possibile sforzo autonomo per poter supplire alle carenze che si verificheranno nei giorni futuri”, si legge in una nota del presidente regionale dell’Avis, Antonello Carta, indirizzata a tutte le sedi locali dell’associazione. “Chiediamo a tutta la rete associativa, pertanto, di voler sensibilizzare i donatori per mezzo delle Avis comunali, incentivando la presenza in occasione di sedute di prelievo già programmate e cercando di organizzare tali sedute ancora meglio, se possibile – continua -. In accordo con i centri trasfusionali di riferimento, sarebbe anche auspicabile programmare ulteriori raccolte extra programma“. Per coprire il fabbisogno isolano la Regione ha stretto accordi con altre zone d’Italia e proprio dalle regioni con la maggior incidenza del virus arriva la maggior parte del sangue. Con questo stop, diventa necessario un maggiore impegno da parte dei donatori sardi ed è anche l’occasione perché altri comincino a dare il proprio contributo.
M.Z.
Approfondimento: Il coronavirus fa crollare le donazioni. L’Avis: “Serve sangue, evitiamo la crisi”