Comuni in zona rossa e scuole chiuse. Focolai di Covid preoccupano i sindaci

Le due settimane di zona bianca per la Sardegna sembrano già un ricordo lontano dopo il ritorno in arancione e soprattutto il diffondersi di focolai isolati in diversi comuni. I sindaci corrono ai ripari e fanno scattare la zona rossa per evitare che i contagi aumentino in maniera esponenziale. L’ultimo in ordine di tempo a optare per la serrata è Soleminis che entra in zona rossa. La sindaca Rita Pireddu ha firmato un’ordinanza della durata di due settimane, “a causa – scrive su Facebook – del crescente numero di contagi, tanti dei quali caratterizzati da forme di variante del virus. Dispiace tutto questo, perché sarà motivo di forte disagio per le famiglie che dovranno confrontarsi con la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado del territorio comunale. Purtroppo è il risultato di atteggiamenti non adeguati alla situazione del momento”, commenta la sindaca.

Soleminis, dunque, è l’undicesimo comune che si aggiunge, come già riportato da Sardinia Post (leggi qui) a Burcei, Villa San Pietro, Sarroch, Samugheo, Sindia, Golfo Aranci, Bono, Uri, Pozzomaggiore e Gavoi. Per tutti la motivazione è stata la proporzione tra il numero di abitanti e quello dei casi di positività che supera la soglia di tolleranza. C’è poi il caso di Gavoi dove sono stati riscontrati poco meno di 80 casi (in un centro con poco più di 2500 abitanti) con il timore che questa cifra sia destinata a salire. Anche in questo caso è stato il primo cittadino, Salvatore Lai, ha firmare l’ordinanza per la zona rossa sino al 6 aprile. Lai, inoltre, ha lamentato la comunicazione con le autorità regionali e provinciali alle quali il sindaco ha più volte manifestato la propria preoccupazione ottenendo come risposta che “la situazione è sotto controllo”.

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Il Covid viaggia anche tra i banchi di scuola costringendo i sindaci a chiusure e interventi di sanificazione. Diverse le scuole chiuse a Cagliari dove sono nove gli istituti per i quali è stata ordinata dal sindaco, Paolo Truzzu, la chiusura. Ultimo caso riguarda la scuola ‘I Pini’ di via Monsignor Cogoni, che comprende asilo Nido, scuola dell’Infanzia e Primaria per cui è prevista la chiusura e la conseguente interruzione delle attività didattiche in presenza delle classi, temporaneamente e in via precauzionale in attesa delle indagini epidemiologiche, sino al 7 aprile compreso. Quadro simile a Domusnovas, dove tutte le scuole sono chiuse, mentre chiusure isolate sono state decise a Tempio, Alghero e Nuoro.

Da domani, mercoledì 31 marzo, e fino al 10 aprile le attività didattiche in tutte le scuole di Olbia di ogni ordine e grado si svolgeranno a distanza. Lo stabilisce una nuova ordinanza firmata oggi dal sindaco Settimo Nizzi con due obiettivi: da una parte rafforzare le misure restrittive e limitare la diffusione del contagio da Covid-19, i cui casi risultano in aumento, dall’altra favorire la partecipazione dei docenti e di tutto il personale scolastico alla campagna vaccinale a loro dedicata, avviata in accordo con l’Assl gallurese venerdì scorso. Il provvedimento estende anche alle scuole medie, elementari e dell’infanzia il divieto di didattica in presenza già prescritto per gli istituti superiori cittadini con l’ordinanza entrata in vigore il 26 marzo scorso, che fissava l’obbligo della Dad sino al 6 aprile. L’atto firmato da Nizzi vieta anche “le attività ludico-sportive e ricreative, effettuate in presenza, anche se svolte all’aperto, in favore di bambini e adolescenti”.

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Sembra essere questa la nuova emergenza che grava soprattutto sui primi cittadini, impegnati a evitare che il proprio comune diventi un focolaio incontrollabile. I dati dell’Unità di crisi regionale forniscono dati non da bollino rosso se si considera il tasso di positività che nell’ultimo aggiornamento era all’1,6 per cento ma alcuni segnali impongono una riflessione. Si tratta soprattutto del numero delle persone ricoverate in reparti non intensivi che in tre giorni è arrivato a 30 e le varianti che sono state confermate in diversi contesti.

M. S.

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