I disagi psichici di Monica Vinci erano già noti. Già nel 2015 era stata presentata un’istanza perché il padre ottenesse l’affido della figlia, Chiara, uccisa dalla madre sabato pomeriggio a Silì, una frazione di Oristano. Lo rivela all’Ansa l’avvocato Filippo Cogotti, che tutela il padre di Chiara ed ex marito della donna. “Eravamo consapevoli dello stato di disagio della donna e già nel 2015, dopo il suo ricovero per problemi psichici, avevamo presentato istanza perché venisse dichiarata incapace di intendere e di volere, ma l’istanza è stata rigettata perché la donna ha presentato un certificato medico che la dichiarava idonea all’affidamento della figlia”, ha detto il legale.
Negli ultimi tempi la donna aveva manifestato ulteriori segni di disagio psichico e per questo motivo la bambina si era riavvicinata alla famiglia del padre. E le tensioni tra madre e figlia sarebbero state frequenti. “La ragazza si era avvicinata di nuovo al padre – spiega l’avvocato Cogotti – ed era nostra intenzione ad aprile, quando sarebbero decorsi i termini per il divorzio, presentare una nuova istanza di affido. Ma c’è anche dell’altro: Chiara al compimento dei 14 anni, il prossimo 24 marzo, avrebbe potuto esprimere la sua preferenza davanti al giudice e decidere se stare con la madre o con il padre”. Ed è proprio questo il punto su cui si fa largo una terribile ipotesi: la donna, consapevole che a breve avrebbe potuto perdere la figlia, l’assegno di mantenimento e la casa, potrebbe aver deciso di uccidere la figlia e di farla finita gettandosi dalla finestra di casa: è ora ricoverata in psichiatria all’ospedale Santissima Annunziata di Sassari.
Per lei scatterà l’accusa di omicidio volontario, ma non è in stato di fermo. Prima di lanciarsi dalla finestra avrebbe anche strangolato la figlia con un cavetto del cellulare. Sarà l’autopsia, in programma domani all’ospedale San Martino di Oristano, a fare chiarezza sulle cause esatte della morte. Sgomento e commozione anche nella scuola di piazza Manno, dove Chiara frequentava la terza media. “La tua giovane vita ancora in boccio è stata spezzata dalla solitudine della disperazione – scrivono compagni e professori su Facebook -. Ti ricorderemo con grandissimo affetto. Vivrai nel ricordo dei tuoi insegnanti, dei tuoi compagni e amici. Il tuo posto in aula rimarrà vuoto ma non quello nei cuori di chi ti ha conosciuto e voluto bene”.