“Non abbiamo mai avuto problemi con la comunità di extracomunitari presenti a Macomer a parte qualche elemento sopra le righe che è stato comunque affrontato”. Lo ha detto all’ANSA il sindaco di Macomer Antonio Onorato Succu, dopo il blitz della Polizia che ha portato all’arresto in pieno centro di un presunto terrorista islamico, bloccato con un’operazione che ha creato momenti di apprensione nel centro del Marghine, nella Sardegna centrale. Il sindaco ha sottolineato anche che “nella zona ci siano tre famiglie di extracomunitari con i figli a scuola ben integrati in città”. Succu e la sua giunta hanno casualmente assistito al blitz per cui è stato bloccato il centro storico: “Insieme alla Giunta mi trovavo per caso nel Corso Umberto per un sopralluogo e ho visto alcune fasi del blitz – ha aggiunto il primo cittadino – un’operazione condotta in sicurezza e con la massima professionalità dalle forze dell’ordine. Sono stato poi informato dai dirigenti locali della Polizia dell’arresto effettuato, ma non so niente di più”.
I commercianti. “Alla luce di quello che è successo siamo molto preoccupati, vorremo che le forze dell’ordine ci rassicurassero con la loro presenza e vigilassero per la nostra tranquillità”. Dalle parole di una commerciante del centro di Macomer, sentita dall’ANSA, traspare inquietudine per l’arresto del presunto terrorista islamico. “Negli ultimi anni – racconta – abbiamo assistito all’arrivo di diverse famiglie di extracomunitari nella vie dietro Corso Umberto e li abbiamo accolti senza pregiudizi. Ma ultimamente eravamo in apprensione perché vedevamo nuovi arrivi e – osserva – non sappiamo chi siano e cosa facciano alcuni di loro. L’arresto di oggi, se venisse confermato che si tratta effettivamente di un terrorista, non ci fa stare tranquilli – conclude -. Diciamo sì agli extracomunitari che vivono del loro lavoro e che si comportano civilmente ma vogliamo essere tutelati dagli altri che hanno intenzioni di mettere in pratica azioni illegali”.
Proprio a Macomer sta per nascere, nell’ex carcere di Bonu Trau, il primo Centro di permanenza per rimpatri (Cpr) della Sardegna che potrà ospitare sino a 100 migranti che sbarcano direttamente nell’Isola.