Assalti portavalori a Bonorva e Sassari: arrestati scovati con le intercettazioni

Facevano parte di quei gruppi criminali che assaltarono il portavalori della Vigilpol lungo la Statale 131 a Bonorva (Sassari) nel 2015 che fruttò 534mila euro, del colpo da 11 milioni di euro al caveau della Mondialpol di Sassari del 2016 ed erano pronti lo scorso anno ad assaltarlo nuovamente, le 13 persone arrestate questa mattina dalla Polizia di Cagliari, Sassari e Nuoro e dalla Guardia di finanza di Nuoro nell’ambito dell’operazione denominata “La ditta”.

Le indagini, coordinate dalla Dda di Cagliari, sono direttamente collegate agli accertamenti fatti nel 2016 con l’operazione “La Sfida” che fece finire in cella alcuni dei responsabili del colpo al portavalori di Bonorva tra i quali il vicesindaco di Villagrande Strisaili, Giovanni Olianas, condannato in secondo grado a 28 anni. Nel corso delle indagini e dei processi a carico degli arrestati del 2016 è emerso chiaramente che la banda non era stata del tutto catturata. Si trattava di un gruppo criminale modulare di cui facevano parte altre persone.

Polizia e Gdf hanno lavorato a lungo, ascoltato fiumi di intercettazioni telefoniche che hanno consentito di individuare gli altri componenti della banda, non solo del colpo al portavalori, ma anche per l’assalto al caveau della Mondialpol, e di mandare in fumo il colpo che stavano programmando. Gli arrestati di oggi – dieci in carcere e uno ai domiciliari – devono rispondere di concorso in associazione per delinquere finalizzata alle rapine. Nel corso delle perquisizioni sono state indagate altre 11 persone.

Tra le 13 persone arrestate nell’ambito dell’operazione “La ditta” spicca il nome di Franco Giovanni Chessa, 50 anni di Irgoli (Nuoro), preso oggi nel suo ovile di Thiesi (Sassari), in località “Sa Figu Niedda”. Ed è proprio negli ovili, anche in quello di Chessa, che si incontravano i vari componenti delle bande modulari (al telefono si chiamavano ‘ditte’ da qui il nome dell’operazione) per pianificare i colpi.

Secondo gli accertamenti fatti dalla Polizia e dalle intercettazioni telefoniche è emerso che Chessa aveva un’ampia disponibilità di denaro, ma soprattutto 900mila euro macchiati provenienti probabilmente dal colpo al caveau della Mondialpol di Sassari. L’allevatore aveva tentato da solo di ripulirli, poi si era anche rivolto a criminali calabresi. Nei dialoghi intercettati, le banconote macchiate venivano indicate come “indumenti da lavare” o “formaggio”.

Il 50enne, secondo quanto emerso dalle intercettazioni, aveva a disposizione una pistola mitragliatrice UZI, un fucile automatico leggero, due kalashnikov e due bombe a mano, che teneva nascoste nei terreni di sua proprietà, fra Thiesi, Bonorva e Irgoli. Secondo l’accusa sarebbe coinvolto anche nella tentata rapina al supermercato Conad di Sassari del 23 dicembre 2019.

A quel colpo presero parte anche Renzo Cherchi, 34 anni di Irgoli, e Gian Mario Fadda, 43 anni di Ittiri, arrestati questa mattina. In manette sono finiti anche Graziano Carta, 38 anni di Siniscola, Graziano Cossu, 56 anni di Orgosolo, Giovanni Maria Demelas, 56 anni di Porto Torres e il fratello Graziano, di 45 anni, Andrea Floris, 37 anni di Irgoli, Carlo Menneas, 45 anni di Orgosolo, Michele Antonio Mereu, 47 anni di Mores, e il fratello Pietro di 49 anni e Antonio Giovanni Taula, 74 anni di Sassari. Ai domiciliari Antonio Serra, 57 anni di Silanus.

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