Assalti ai portavalori, vicesindaco nella gang. La Dda: “Volevano uccidere”

Tre colpi messi a segno e altri cinque pianificati. Ecco tutti i nomi delle 20 persone finite in manette su ordine della Dda di Cagliari.

C’è anche il vicesindaco di Villagrande Strisaili, Giovanni Olianas, tra gli arrestati per gli assalti ai portavalori, sia in Sardegna che nel resto della Penisola. La banda è stata sgominata nella notte, su ordine della Direzione Distrettuale antimafia di Cagliari che ha emesso 23 ordinanze di custodia cautelare in carcere. L’accusa è associazione a delinquere, ma ai fermati, a diverso titolo, vengono contestati anche il traffico di droga, il riciclaggio di denaro e il favoreggiamento nella latitanza dei ricercati. E sono tre le persone che mancano all’appello.

Ecco i nomi. In manette oltre a Olianas sono finiti i cugini Luca e Sergio Arzu, di Talana, rispettivamente di 43 e 35 anni; Giovanni Francesco Bussu, di Thiesi, 60 anni; Michele Chierchi, di Benetutti, 34 anni; Fabrizio Francesco Crisponi, di Mores, 35 anni; Vittorio Fogu, di Orune, 44 anni; Angelo Lostia, di Olzai, 43 anni; Pietro Paolo Lotto, 48 anni di Villanova Strisaili; Fabrizio Manca, sempre di Villanova Strisaili, 35 anni; Pietro Mereu, 45 anni di Mores; Francesco Monni, 53 anni di Olbia; i fratelli Carlo, Gianluigi e Giovanni Olianas, di 43, 54 e 51 anni tutti residenti a Villanova Strisaili; Gavino Pira, di Gavoi 46 anni; Mario Pirari, 50 anni di Nuoro; Giovanni Salvatore Pirisi, di Sarule, 49 anni; Salvatore Sanna, di Orune, 38 anni; Pasquale Scanu, 40 anni di Bitti; Carmelo Soru, 44 anni di Ovodda.

Stando alla ricostruzione della Dda – illustrata questa mattina in una conferenza stampa in Procura (foto di Roberto Pili) -.  proprio la famiglia Olianas, coi tre fratelli in manette, è considerata centrale nell’inchiesta. Dal sostituto procuratore Danilo Tronci è stata definita il “sancta sanctorum” del crimine sardo, perché da anni spartirebbe e gestirebbe affari sporchi nell’Isola. Il magistrato ha anche detto: “Abbiamo frenato uno dei fenomeni più allarmanti dell’ultimo periodo. Un gruppo pericolosissimo che prima dei colpi preventivava anche di sparare alle forze dell’ordine e di uscirne vincitore”.

Al vertice del gruppo criminale ci sarebbero i cugini Arzu, ed i fratelli  Olianas.  Sarebbero stati loro – secondo gli investigatori – a pianificare i colpi. Il gruppo criminale sarebbe responsabile anche di rapine a supermercati e istituiti di credito. Tra i fermati c’è anche Gavino Pira, 46 anni di Gavoi. Pira era stato tra i protagonisti del processo al dentista di Gavoi Francesco Rocca (condannato come mandante dell’omicidio della moglie Dina Dore, avvenuto a Gavoi nel marzo 2008). Il nome dell’allevatore era stato, infatti, tra i primi nomi fatti dal dentista subito dopo il delitto, indicandolo come possibile sospettato dell’omicidio della moglie. Il denaro delle rapine, secondo quanto accertato dalla minuziosa attività di indagine condotta da Polizia e Guardia di finanza, veniva investito nel traffico di droga, ma anche all’estero in attività imprenditoriali in Lettonia con la complicità di imprenditori compiacimenti.

Nessun dubbio quindi: la gang finita in carcere era ben organizzata, pianificava dettagliatamente i colpi, cercando di eludere costantemente i controlli delle forze dell’ordine. Gli incontri per studiare la strategia degli assalti avvenivano in luoghi sicuri, soprattutto negli ovili del Nuorese. Al telefono la banda parlava poco oppure si scambiava informazioni fasulle in modo tale da sviare le indagini. “Con l’attività di prevenzione – ha continuato Tronci – siamo riusciti a sventare cinque colpi ai portavalori. Il nostro intento è stato quello di garantire l’incolumità dei cittadini, visto che il gruppo era armato fino ai denti e non ha esitato a sparare”.

Alla gang dei 23 vengono attribuiti intanto l’assalto milionario al caveau della Vigilanza Sardegna a Nuoro del 2013 (nella foto di copertina), quello al portavalori di Bonorva dello scorso anno lungo la Statale 131 e anche l’attacco fallito a Barbusi, nel Sulcis, sempre nel 2015. Per tutti i tre colpi sono accusati, tra gli altri, i cugini Luca e Sergio Arzu e Angelo Lostia, fermati a Pavia: avevano lasciato l’Isola a bordo di una nave. Sempre secondo la ricostruzione degli inquirenti, erano pronti per nuovo assalto. Alcuni dei 23 componenti della banda stavano invece per andar via dalla Sardegna, è emerso ancora dalla Dda. Durante l’indagine, la Direzione distrettuale antimafia è riuscita a intercettare i sopralluoghi fatti dalla gang prima degli assalti e i furti seriali delle auto utilizzate per entrare in azione. È risultato pianificato nei dettagli anche il reperimento delle armi.

 

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