Altre tre assoluzioni – dopo quelle degli ex sindaci di Olbia e Arzachena – per i fatti legati all’alluvione del 18 novembre 2013 a Olbia. Oggi il Gup del tribunale di Tempio Pausania, Alessandro Di Giacomo, ha prosciolto il capo dell’ufficio tecnico del Comune di Olbia Antonello Zanda, il suo predecessore Tino Azzena e il progettista cagliaritano Michele Territo, perché il fatto non sussiste. Zanda, difeso dall’avvocato Jacopo Merlini, doveva rispondere di abuso d’ufficio e omissione d’atti d’ufficio per aver conferito direttamente l’incarico al progettista Territo di redigere il piano di assetto idrogeologico e perché non avrebbe fatto rispettare i tempi di consegna dello studio del piano stesso. Tino Azzena, assistito dall’avvocato Pietro Diaz di Sassari, era accusato solo di omissione di atti d’ufficio, mentre all’ingegnere Territo – difeso da Gianluca Tognozzi del Foro di Roma – era stato contestato di inadempimento di contratto di pubblica fornitura per non aver predisposto il piano di assetto idrogeologico nei tempi stabiliti. Territo, presente in aula, alla notizia del proscioglimento ha commentato: “Oggi è finito un incubo durato tre anni”. Soddisfazione è stata espressa dai tre difensori, Merlini, Diaz e Tognozzi. La decisione del Gup arriva dunque in fase predibattimentale.
Si tratta di una delle cinque tranche in cui si è suddiviso il processo per i 13 morti (19 in tutta la Sardegna) e la devastazione causata dal ciclone Cleopatra il 18 novembre 2013 (leggi qui). Il 29 settembre scorso si è chiuso con altre quattro assoluzioni, sempre perché il fatto non sussiste, il processo più importante, quello che vedeva sul banco degli imputati i due ex sindaci di Olbia e Arzachena, Gianni Giovannelli e Alberto Ragnedda, il dirigente dell’ufficio tecnico Antonello Zanda e il capo della Protezione civile di Olbia Giuseppe Budroni. Per il pm Domenico Fiordalisi i quattro erano responsabili a vario titolo di omicidio plurimo colposo per le morte delle 13 persone, fra le quali due bambini. Secondo invece il collegio giudicante del tribunale di Tempio, presieduto da Gemma Cucca, nessuno di loro poteva prevedere l’arrivo di un ciclone di tale portata e per questo sono stati assolti.