I nomi non si conoscono ancora. Ma sono padre e figlio i due presunti assassini di Massimo Deidda, l’allevatore di 63 anni ucciso a bastonate a Gergei, un piccolo Comune del Sud Sardegna. L’omicidio è avvenuto ieri, poco prima delle 21.
Deidda è stato colpito soprattutto alla testa. Padre e figlio, che dovrebbero avere rispettivamente 50 e 30 anni, sono entrati in azione al termine di una lite per problemi di sconfinamento durante il pascolo. L’allevatore è stato trovato in una pozza di sangue nel suo podere di Sant’Isidoro, nelle campagne del paese. Lo hanno trovato i carabinieri, allertati dai familiari.
I due arrestati sono stati chiamati in caserma già ieri notte. Al momento non è dato sapere se abbiamo confessato l’omicidio. Di certo, proprio per via di lite che andavano avanti da tempo, sono stati i primi a essere interrogati dai militari dell’Arma. Il pm incaricato è Alessandro Pili.
Stando a una prima ricostruzione, la violenza dell’azione con cui hanno agito padre e figlio, non avrebbe dato all’allevatore nemmeno il tempo di fuggire. I due sono poi scappati. I carabinieri li hanno rintracciati nella loro case di Gergei. Già ieri notte è avvenuto il loro trasferimento a Uta.
Nelle prossime ore il medico legale Roberto Demontis dovrebbe iniziare l’autopsia. Intanto il sindaco Rossano Zedda ha rilasciato un commento all’Ansa: “Gergei è addolorata, incredula, triste e molto arrabbiata. Conoscevo il povero Massi. Il nostro paese non merita tutto questo, non merita di essere ricordata così, merita serenità. Siamo vicini ai parenti e agli amici di Massimo, condanniamo senza se e senza ma quanto accaduto”.